venerdì 11 ottobre 2024

L’uccel di Dio in Dante e in Pindaro.


 

Prima della battaglia decisiva di Gaugamela ( ottobre 331) tra i Macedoni e i Persiani  si vide un’aquila volare sul capo di Alessandro Magno. Si librava più che volare. Il vate Aristandro lo interpretò come haud dubium victoriae auspicium . (Curzio Rufo, Historiae Alexandri Magni, IV, 14, 27)

L’aquila dunque diede ai Macedoni alacritas et fiducia  (28) entusiasmo e sicurezza. Questa aquila dunque dà un segno di vittoria nella battaglia che annienterà Dario III e il suo impero.

 

Cfr. l’aquila di Pindaro che invece è  pacifica, addirittura addormentata dalla musica della lirica corale.

Dorme sullo scettro di Zeus l’aquila, eu[dei dj ajna; ska/vptw/ Di`o~ aijetov~-

abbassata da una parte e dall’altra l’ala veloce  ( Pitica I, strofe I)

Quindi: “Sovrana tra gli alati- ajrco;~ oijwnw`n- però tu (alla cetra) - sul suo capo –dell’aquila-

rostrato hai versato una nuvola di nero aspetto,

dolce serrame delle palpebre, e quindi assopita  (l’aquila)

solleva il morbido dorso

posseduta dai tuoi suoni teai`~ rJipai`~ katascovmeno~-.

Anche Ares

possente infatti lasciando lungi

l’aspra punta delle lance, molcisce il cuore  

in un sonno profondo ijaivnei kardivan kwvmati; i tuoi strali –della cetra che lancia (rivptei i suoni)

affascinano anche le menti dei numi

con la sapienza del figlio di Latona

e delle Muse dalle ampie sinuosità (Antistrofe I

 

L’aquila del sesto canto del Paradiso di Dante  - “l’uccel di Dio” (4) “il sacrosanto segno” (32) in Virgilio- Iovis ales Eneide, I. 394)- è un segno di guerra, come – nel testo di Curzio Rufo e in altri.

 

 Il potere di Roma simboleggiato da questo  predatore alato e  feroce si estese dal Lazio all’Africa, all’ Europa, all’Asia senza risparmio di vite umane. Come ricorda  Dante compiacendosene. Una serie di massacri.

Non c’è di che andarne fieri.

Il primo olocausto venne compiuto da tale “uccello di Dio”.

Concludo citando ancora Dante

“or qui t’ammira in ciò ch’io ti replico:

poscia con Tito a far vendetta corse

della vendetta del peccato antico” (Dante, Paradiso, VI,91-93)

Si tratta  della distruzione di Gerusalemme compiuta  da Tito nel 70 d. C.

Pesao 11 ottobre 2024 ore 17, 30 giovanni ghiselli

p. s.

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