Ti ricordi più quella sera che tu danzasti insieme a me?
Il fatum come series causarum. Cicerone, Seneca e Tolstoj.
Curzio Rufo è convinto che gli humana negotia non vadano a caso, ma che ciascuno segua il suo corso secondo un decreto immutabile (suum quemque ordinem immutabili lege percurrere, Historiae Alexandri Magni, 5, 11, 10) serie nexuque causarum latentium et multo ante destinatarum, secondo una serie e una catena di cause arcane e predestinate. Lo penso anche io.
L’ho verificato vivendo: ogni mio successo e ogni insuccesso, magari poi capovoltosi in un nuovo successo, è stato causato non solo da me bensì anche da eventi che mi sono capitati imprevedibilmente. Per esempio non avrei mai incontrato Elena Augusta se non avessi trovato la raccomandazione per uscire dalla caserma Mameli prima dei quindici mesi obbligatori nel maggio del 1971, e se nel 1966, non avessi conosciuto Danilo, o se non fossi nato, se i miei genitori non si fossero incontrati, né miei nonni e così via. Di tutto questo io ho compiuto solo l’atto finale: invitare l’Augusta a danzare con me la sera della festa della conoscenza nel luglio del 1971. Ti ricorderai quella sera che, tu danzasti insieme a me? Le cantai quando il 20 agosto salì sul treno che la portava via per sempre molto lontana da me. Anche questo era predestinato perché dovevo incontrare tante altre donne buone e cattive. Ne avevo coscienza e non piangevo.
E’ l’ eiJmarmevnh degli Stoici. L'ordo e la series (causarum) che Cicerone identifica con il Fatum: “Fatum autem id appello, quod Graeci eiJmarmevnhn, id est ordinem seriemque causarum, cum causa causae nexa rem ex se gignat" (De divinatione, I, 55, 125), chiamo Fato quello che i Greci eiJmarmevnh, cioè la serie ordinata della cause, poiché una causa connessa a un'altra produce un effetto conseguente.
Lo stesso Seneca nel De beneficiis afferma che Giove può essere chiamato anche fatum "cum fatum nihil aliud sit quam series implexa causarum" (IV, 7), dal momento che il Fato non è altro che la serie concatenata delle cause.
Tolstoj in Guerra e pace nota che "Miliardi di cause hanno agito in concomitanza per dar luogo a ciò che accadde. Di conseguenza, non c’è una causa isolata ed esclusiva dell'evento, ma l'evento dovette verificarsi".
La mela cade per "la coincidenza delle condizioni per le quali si compie ogni evento vitale, organico, elementare. Il botanico che affermasse come la caduta della mela sia dovuta al dilatarsi del tessuto cellulare e cose del genere, avrebbe ragione quanto il bambino che, stando lì sotto, dicesse che la mela è caduta perché lui aveva voglia di mangiarla e aveva detto una preghiera propizia per l'evento. Così sarebbe altrettanto nel vero e nel falso chi dicesse che Napoleone mosse contro Mosca perché tale era la sua volontà...Ogni azione compiuta da costoro, e che ad essi sembra un atto di libero arbitrio, in senso storico è tutt'altro che arbitraria, ma viene a trovarsi in connessione con tutto il corso della storia ed è predestinata ab aeterno"( Guerra e pace, p. 912).
Allora Kutuzov "sapeva che non bisogna cogliere la mela finché è verde. Cadrà da sé quando sarà matura, ma se la cogli verde, rovinerai la mela e l'albero e ti si allegheranno i denti"(p.1541). Analogo effetto negativo quando cogli prematuramente un amore e tutto il resto. O se gareggi non preparato pure se hai del talento.
Pesaro 13 ottobre 2024 ore 10, 12
p. s.
Questo giorno è il dì natale della madre mia Luisa Martelli, la donna più importante della mia vita e del mio Fato, e pure della mia migliore amica: Atonia Somacal. Le ricordo, onoro e amo sempre. Devo a loro quello che sono e mi piace essere. Un abbraccio a Luisa e Antonia cui chiedo: aiutatemi ancora!
p. s.
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