Ifigenia rimase sconcertata da questa mia provocazione che era anche evasiva rispetto alla sua volontà di un chiarimento sentimentale. Mi fece un sorriso malinconico che manifestava la sua delusione. Sicuramente le dispiaceva il mio eludere la sua offerta di amore lasciandola senza risposta per deresponsabilizzare me stesso e ridurre quel nostro incontro a un’abbuffata di sesso. Ora comprendo che le facevo del male e so che questo mi sarebbe tornato addosso per il contrappasso.
Ifigenia aveva ragione dicendo che sarebbe stata cosa buona credere nella durata del nostro amore: lo avrebbe reso più forte, persino più gustoso, e accresciuto la nostra gioia.
Ora capisco che quella ragazza bella e vivace, la giovane donna che mi stava davanti, che mi piaceva molto mentre ne ammiravo il fiorire rigoglioso dei seni, la potenza delle cosce lisce, sode e tornite, il luccicare dagli occhi vivaci, il lampeggiare dei denti voraci di vita, cercava giustamente il mio appoggio e io avrei dovuto aiutarla a trovare un equilibrio, uno stile suo, una forza morale da coniugare con l’ordine mentale e sentimentale che dovevo imporre a me stesso dopo tante pose e scene erotiche, estetiche e culturali, tutte piuttosto superficiali e confusionarie.
Il più immaturo tra i due, il più spaventato dalla vita ero io.
L’aiuto senza riserve avrei voluto darlo a una figlia mia, a questa però la madre fulva non aveva permesso di venire alla luce, e la mia complicità nel misfatto mi avrebbe negato ogni forma di paternità carnale nei secoli dei secoli. Sono padre però delle parole che scrivo. E così sia.
Bologna 10 dicembre 2024 ore 10, 49 giovanni ghiselli
p. s.
arrivato a 80 anni lo scopo primo è la salute fisica e mentale. Piove oramai da tre giorni e non cè verso di andare in bici o di correre. Sicché bisogna ridurre le razioni dei ranci e ritardarli posticiparli il più possibile per non prendere peso e perdere salute e potenza. Eppure per scrivere, leggere e ricordare è necessaria la lucidità che richiede del cibo, almeno “un cuncén” come si dice a Pesaro. Ma l’affamato, se assaggia una briciola, poi si butta sulla pagnotta intera e la divora avidamente. Basta un’abbuffata a prendere un paio di chili, poi, a questa età, ci vogliono due settimane di sola insalata scondita per perderli.
Ogni età, come vedi lettore, ha i suoi problemi.
Quando vado a fare la spesa alla Conad, se vedo una cassiera carina mi incanto e se appena mi sorride mi infatuo, trasecolo tutto, trasogno e dimentico il codice del bancomat. Poi mi riprendo e finisce lì. Deve finire lì: per forza.
Fulvio dopo i nostri Settanta anni diceva: la nostra sfiga gianni è che ci piacciono le donne giovani. “No-ribattevo- caro amico coetaneo e vecchierello: il fatto è è che la nostra età più bella è passata quasi del tutto e le ragazze ancora sane e snelle non ci prendono più in considerazione. Questa è la nostra sfiga. E così sia”.
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Tanti lettori però non li ho mai avuti prima deli Ottanta anni. Vale la fatica di vivere ancora.
Baci gianni
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