O fu possibile solo ciò che avvenne? Weave, weaver of the wind 23, tessi tessitore del vento 35. Ciò che avviene consegue da tutto quanto è avvenuto prima e altro non è possible. Tessere il vento è pure impossibile.
I ragazzi chiedono a ghoststory, una storia di fantasmi.
Un ragazzo, Talbot, legge dei versi da Lycidas di Milton, una elegia pastorale del 1638. Torna il tema della morte per acqua che può dare luogo a una meravigliosa trasformazione marina –a sea change- come si legge nel dramma La tempesta di Shakespere
Sentiamo la consolazione dell’elegia di John Milton
Weep no more, woful shepherd, weep no more
For Lycidas, your sorrow, is not dead,
Sunk though he be beneath the watery floor 24
Non piangere più, dolente pastore, non piangere più
Perché Licida, tuo dispiacere, non è morto,
benché sia sprofondato sotto l’acquoreo piano. 35
Sono le parole belle di chi scrive bene a evocare ed eternare i personaggi delle loro opere. A non lasciarli morire.
L’artista, scrittore o pittore, coglie l’anima: “ The soul is in a manner all that is: the soul is the form of forms”24, l’anima è in un certo senso tutto ciò che è: l’anima è la forma delle forme p. 36
Cicerone riassume questo locus nel De finibus bonorum et malorum :"animi enim liniamenta sunt pulchriora quam corporis " (III, 22, 75), infatti i lineamenti dell'anima sono più belli di quelli del corpo. Siamo nel campo dell'etica.
E ancora: “mens cuiusque is est quisque, non ea figura quae digito demonstrari potest ” (De repubblica, VI, 26), la mente di ciascuno è quel ciascuno, non quella figura che può essere indicata con un dito.
Ho visto delle foto di Kaisa oggi settantaduenne: il suo aspetto non è più quello del 1972 , né il mio, però raccontando la nostra storia ho mostrato le nostre anime attraverso le parole che dicevamo e la forma delle forme: la nostra anima è rimasta e nessuno potrà levarcela.
Talbot legge altri versi poi ricorda al professore che alle dieci c’è hockey: è mezza vacanza, è giovedì.
Stephen propone a riddle, un indovinello con un gallo che ha cantato: the cock crew. I ragazzi vogliono giocare e il professore sta al gioco.
Dice che la soluzione è the fox burying his grandmother under a hollybush 25, la volpe che seppellisce la nonna sotto un cespuglio di agrifoglio.
Di nuovo il tema della sepoltura.
Vi chiederete perché uso l’inglese oltre l’italiano, il greco e il latino. Perché non voglio dimenticare queste lingue e vorrei insegnarne almeno qualche parola a chi mi legge. Dimenticare una lingua studiata e usata per comunicare, e pure per amare, significa scordare una parte della propria vita, scordarsi da se stesso, dei propri amori. A me le lingue sono servite soprattutto per manifestare amore.
Quindi venne il segnale dell’hockey e i ragazzi sciamarono sgusciando dai banchi, scavalcandoli leaping them.
Un solo ragazzo rimase e mostrò a Stephen un esercizio assegnatoli dal preside e copiato dalla lavagna.
Stephen lo osserva: “ugly and futile: lean neck and tangled hair and a stain of ink, a snail’s bed. Yet someone had loved him, borne him in her arms and in her heart. But for her the race of the world would have trampled him under foot, a squashed boneless snail. She had loved his weak watery blood drained from her own-26-, brutto e inutile: collo sottile e capelli aggrovigliati e una macchia di inchiostro, un’orma di lumaca. Eppure c’era chi lo aveva amato, portato nelle sue braccia e dentro il cuore. Se non fosse stato per lei la maratona del mondo lo avrebbe schiacciato sotto i piedi, una spiaccicata lumaca senza vertebre. Lei aveva amato quel debole sangue acquoso trasfuso dal suo.38
La conclusione è Amor matris: subjective and objective genitive. With her weak blood and whesourmilk she had fed him and hid from sight of others his swadding bands, 26 amor matris genitive soggettivo e oggettivo. Con il suo debole sangue e il latte sieroso ella l’aveva nutrito e aveva nascosto agli occhi degli altri le sue fasce 39
Ricordo spesso queste parole perché sono convinto che la sopravvivenza della nostra specie dipenda dalle donne: madre, zie, nonna, sorella.
Faccio il mio caso in quanto non credo che sia il solo né che sia raro.
Ci si ritrova anche Stephen, il giovane professore: Like him was I, these sloping shoulders, this gracelessness. My childhood bends beside me. Too far for me to lay a hand there once or lightly. Mine is far and his secret as our eyes. Secrets, silent, stony, sit in the dark palaces of both our hearts: secrets weary of their tyranny: tyrants willing to be dethroned” 26, come lui ero io, queste spalle cadenti, questa mancanza di garbo. La mia infanzia si china accanto a me. Troppo lontana per me perché io possa posare una mano là anche una volta sola o lievemente. La mia è lontana e la sua segreta come i nostri occhi. Segreti, silenziosi, pietrosi, siedono nei palazzi bui di entrambi i nostri cuori: segreti stanchi della loro tirannide: tiranni desiderosi di essere detronizzati.
Personalmente la fase della mia sciagura non l’ho tenuta segreta, anzi l’ho raccontata come sa chi mi legge. L’ho fatto nella speranza di aiutare chi dovesse passare per un calvario del genere, per incoraggiare a superarlo.
Quando vedo una persona che soffre, si autodisprezza e subisce il disprezzo delle canaglie, sento il bisogno di dargli una mano, come hanno fatto con me alcune persone buone: da Fulvio nel 1966 a Elena di Praga nel 1968 a Helena di Yväskylä nel 1971. Mi hanno rimesso in pista nelle dure gare del mondo e mi hanno aiutato a rinascere, fino a vincerle.
giovanni ghiselli
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