giovedì 31 agosto 2023

Percorso sull’amore IX 8 Ovidio Remedia Amoris Proemio seconda parte. Le fragole nascono sotto l' ortica.

 

"Vitricus et gladiis et acuta dimicet hasta/et victor multa caede cruentus eat;/tu cole maternas, tuto quibus utimur, artes,/et quarum vitio nulla fit orba parens" (vv. 27-30), il tuo patrigno combatta con spade e lancia acuminata ed esca vincitore insanguinato per molta strage; tu coltiva le arti materne, delle quali ci serviamo senza pericolo, e per colpa delle quali nessuna madre viene privata dei figli.

-Vitricus: è Marte in quanto amante di Venere. Il dio combatte con armi vere e nude che provocano stragi; tuttavia, come sappiamo dall'inno a Venere del De rerum natura perfino questo dio sanguinario può essere vinto dalle ferite metaforiche dell'amore (I, 34).

-maternas…artes: sono quelle della seduzione, fondamentalmente due: la bellezza dell'aspetto e quella della parola.

Odisseo aveva soprattutto la seconda, Giasone la prima, Alcibiade le aveva entrambe.

-tuto quibus utimur: chi è devoto di Venere e Amore si trova al sicuro rispetto alla guerra.

Lo afferma anche Tibullo:"Quisquis amore tenetur , eat tutusque sacerque/qualibet; insidias non timuisse decet!" (I, 1, 29-30), chiunque sia occupato da amore, vada in qualsiasi luogo sicuro e intoccabile; gli si addice non prendersi paura delle insidie.

Similmente Properzio:"nec tamen est quisquam, sacros qui laedat amantes" (III, 16, 11), né tuttavia c'è alcuno che tocchi i sacri amanti.

Non certo i santi sacerdoti dell'Antonio e Cleopatra che, come abbiamo visto, benedicevano la regina nella sua lussuria. 

-orba parens: (Remedia, 30) è una sommessa maledizione della guerra che stronca le giovani vite, una delle tante.-

"effice, nocturna, frangatur ianua rixa/ et tegat ornatas multa corona fores;/fac coeant furtim iuvenes timidaeque puellae/ verbaque dent cauto qualibet arte viro,/et modo blanditias rigido, modo iurgia, posti/dicat et exclusus flebile cantet amans" (vv. 31-36), fai in modo che la porta venga rotta dalla rissa notturna e che molte corone coprano i battenti addobbati; fai incontrare di nascosto i giovani e le timide ragazze ed esse ingannino con qualsiasi mezzo l'amante sospettoso, e all'uscio inflessibile l'amante dica ora parole carezzevoli ora invettive e, chiuso fuori, canti compassionevolmente.

-effice…frangatur…tegat: costruzione paratattica senza ut.-multa corona: la violenza delle risse, del resto non omicide, è attenuata dalle ghirlande di fiori. "il nesso multa corona rimanda, per antifrasi, a multa caede del v. 28"[1].

 verbaque dent:" dare verba è espressione del sermo cotidianus comico satirico equivalente come senso a decipere, "ingannare" (per esempio Terenzio, Eunuchus, v. 24 e Orazio, Satire I, 3, v. 22)"[2].

-cauto…viro: è il marito o l'amante sospettoso. Appartiene, vedremo,  a questa categoria L'eterno marito descritto da Dostoevskij come predestinato alle corna.

-rigido…posti: l'inflessibilità della porta chiusa davanti all'innamorato  è in realtà quella della donna insensibile alle sofferenze dello spasimante. Rigidus evoca il freddo animo della donna che non apre: deriva infatti dalla radice rig-/frig su cui si formano pure rigeo , "sono rigido" per il freddo e frigus , "freddo". 

 In Amores I, 6, 17 i claustra (le serrature) sono definiti inmitia (spietate) e alla fine dell'elegia  l'addio è rivolto ai battenti crudeli con la soglia insensibile ("Vos quoque, crudeles rigido cum limine postes" , v. 73).

-flebile (Remedia, 36)  neutro avverbiale, molto comune in greco. 

"His lacrimis contentus eris sine crimine mortis:/non tua fax avidos digna subire rogos." ( Remedia, vv. 37-38), ti accontenterai di queste lacrime senza la colpa della morte: la tua fiaccola non è adatta ad andare sotto ai roghi ingordi.-fax: abbiamo già detto dell'ambivalenza simbolica della fax e della taeda nella storia di Didone. Accompagna funerali e matrimoni. Due situazioni entrambe tristissime a parer mio, modesto e stravagante ma convinto.

Qui possiamo aggiungere che nell'Agamennone di Eschilo una funzione del genere la assume il tappeto rosso, la via coperta di porpora ( porfurovstrwto" povro", v. 910) fatta stendere dalla regina per il re vincitore. Questo oggetto rosso-sangue è simbolico: da una parte è segno di lusso eccessivo, come noterà  lo stesso Atrìde, dall'altra prefigura il sanguinoso assassinio del re. Anche il lusso è associabile alla morte, aggiungo quale poverello di Pesaro fiero della propria povertà quanto lo erano  Socrate, Giovanni Battista, l’onesto Giovanni,  Cristo e Francesco di Assisi.

"Haec ego; movit Amor gemmatas aureus alas/et mihi "propositum perfice" -dixit- opus" (Remedia, vv. 39-40), queste parole io; Amore aureo scosse le ali adorne di gemme e mi rispose "porta a termine l'opera promessa".

-movit…gemmatas…alas: Amore dà l' assenso in tutto il suo fulgore (aureus) e avalla il piano di lavoro del suo fedele.

Il poeta quindi impiega questa ispirazione in pro dei lettori :"Ad mea, decepti iuvenes, praecepta venite,/quos suus ex omni parte fefellit amor./Discite sanari, per quem didicistis amare; una manus vobis vulnus opemque feret " (vv. 41-44), venite alle mie lezioni, giovani raggirati, quelli che da qualsiasi parte l'amore accolto ha ingannato. Imparate a essere risanati da quello per cui avete imparato ad amare; una sola mano vi porterà la ferita e l'aiuto.

-decepti: si può dire delle illusioni di Amore quanto afferma Gorgia della tragedia: essa crea un inganno nel quale chi inganna è più giusto di chi non inganna, e chi è ingannato è più saggio di chi non viene ingannato: "o{ te ajpathvsa" dikaiovtero" tou' mh; ajpathvsanto" kai; oJ ajpathqei;" sofwvtero" tou' mh; ajpathqevnto""[3].-sanari: come si è detto, Ovidio vuole assimilare il suo poemetto a un trattato di medicina. Questo verbo verrà ripreso, vedremo, nell'ultimo verso.-amare: l'accostamento di questa attività alla passività di sanari mostra come anche il tenerorum lusor amorum accosti attivamente l'amore alla malattia che ha bisogno di precetti curativi.-vulnus: ecco che infatti torna la solita calunnia dei poeti. Ma, abbiamo sentito la lucidità del principe Andrej in Guerra e pace, l'amore è vita .

"Terra salutares herbas eademque nocentes/nutrit et urticae proxima saepe rosa est " (Remedia, vv. 45-46), la terra nutre erbe salutari e pure quelle nocive e spesso la rosa è vicinissima all'ortica.-terra: la similitudine della terra alla donna che abbiamo visto ci dà conto di come dall'una e dall'altra si possano trarre frutti diversi, anche contrapposti. In ogni caso il raccoglitore che sbaglia non può incriminare la Grande Madre che offre.

Enrico V, il principe dissipato, gozzovigliatore[4], che diviene re saggio e capo di eserciti valorosi presenta una personificazione della vicinanza tra rosa e ortica.

Sentiamone il ritratto paradossale che mescola vizi e virtù

 Shakespeare cerca di spiegare come grandi qualità potessero celarsi nel principe libertino (Enrico V, atto II, scena 1, 60 sgg,):

The strawberry grows underneath the nettle,/ And wholesome berries thrive and ripen best/Neighbour’d by fruit of baser quality:/And so the prince pbscur’d his contemplation/Under the veil of wildness; which, no doubt,/Grew like the summer grass, fastest by night,/Unseen, yet crescive in his faculty “la fragola cresce sotto l’ortica e le bacche salutari prosperano e maturano meglio in compagnia di frutti di qualità inferiore: così il principe celò il suo spirito di osservazione sotto le apparenze del libertinaggio, e questo spirito senza dubbio deve aver fatto come l’erba estiva che cresce di notte non vista, ma proprio allora più soggetta alla forza di sviluppo che le è insita”.

Chi mi legge sa che I miei scritti sono pieni di questi “segni di contraddizione” a partire da me stesso,

Pesaro 31 agosto 2023 ore 11, 04. giovanni ghiselli

p. s

La decisa decadenza del sole per l’appressar dell’ umido equinozio  che offusca l’oro delle sabbie salse della nostra marina mi rattrista, eppure da questo autunno mi aspetto cose buone e grandi.

Baci

giabnni



[1]G. B. Conte, Scriptorium classicum 2, p. 180.

[2]G. B. Conte, Scriptorium classicum 2,p.180.

[3]In Plutarco, de glor. Ath. 5 p. 348 C. E’ una declamazione compresa in Πότερον θηναοι κατ πόλεμον κατ σοφίαν νδοξότεροι

[4] Cfr. Dostoevskij, I demoni: “tutto ciò somigliava alla giovinezza del principe Harry che gozzovigliava con Falstaff” (p. 43).

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