mercoledì 9 agosto 2023

T. Mann. I Buddenbrook. 5

T. Mann
I Buddenbrook II, 5 p. 46

Thomas aveva finito la scuola a 16 anni. Si dedicava al lavoro con assiduità imitando la diligenza tranquilla e tenace del babbo che lavorava a denti stretti e registrava nel diario parecchie preghiere e richieste di assistenza. E’ l’etica del lavoro del buon protestante tedesco.
Cfr. L 'etica protestante e lo spirito del capitalismo  saggio di Max Weber (1905) che riconduce all'etica della religione protestante, in particolare calvinista, lo spirito del capitalismo.
Johann Buddenbrook, il patriarca dopo la morte del padre suo, si avvicinava ai 45 anni ed era visibilmente invecchiato. Il lavoro rivolto solo agli affari che accrescono il capitale invecchia anzi tempo e mortifica
 I sacerdoti di questo Geist des Kapitalismus invecchiano precocemente perché lo spirito del capitalismo non è uno spirito vitale.
La moglie Bethsy vorrebbe assumere un quinto domestico ma il console è restio. “non siamo enormemente ricchi” le dice. Tuttavia alla fine cede. Questa è una borghesia benestante, danarosa ma attenta alle spese.
Anche oggi il consumismo a costo di indebitarsi è tipico dell’infima borghesia che vuole distinguersi dal proletariato, unaclasse sociale, una sottoclasse che odia i proletari temendo l’assimilazione a loro. E’ stata la mano armata del fascismo.
II, 6, p. 50
Crhistian era diverso dal fratello: era un a[topo~, uno strano fuori luogo in questa “buona famiglia”. I sacerdoti sacrificanti e sacrificati erano Thomas e Tony.
Stenge, il maestro di Christian si presento ai genitori del ragazzo stravagante  con “il panciotto irto di matite appuntite come lance”.  Il console espresse il suo rammarico per la stranezza del figlio ma Stengel la minimizza: “Oh Dio, guardi signor console, per carita! E’ un ragazzo intelligente, un tipo allegro, l’allievo Buddenbrook. Tuttavia è un po’ troppo vivace se posso dire così”. E’ il tipico insegnante del ragazzo di famiglia ricca e importante: tende alla sottomissione e alla riverenza. Ne ho visti parecchi nel liceo della buona borghesia dove ho insegnato per 28 anni.
Il console ricambia la cortesia mostrandogli la casa molto gentilmente.
Qualche segno di stravagante indipendenza lo dava anche Antoinette-Tony che era andata a passeggio fuori porta sola con uno studente di ginnasio amico dei suoi fratelli. Sicchè si “impose la necessità di mettere la quindicenne   sotto severa sorveglianza in una pensione” p. 52
II, 7 p. 52
In questa pensione Tony conobbe altre ragazze: la più interessante è Gerda Arnoldsen di Amsterdam che Thomas sposerà. Questa ragazza aveva “una figura elegante ed esotica dai capelli abbondanti d’un rosso scuro, dagli occhi bruni molto ravvicinati e dal bel viso bianco un pochino superbo” 54. Il suo matrimonio con Thomas sarà infelice, come quelli di Tony.
Tony ammirava Gerda: “Costei era un po’ eccentrica e aveva in sé un che di forestiero, di esotico e, nonostante le preghiere della educatrice, amava pettinarsi i magnifici capelli rossi in modo appariscente” p. 55.
Un tipo del genere eccentrico ed esotico non poteva funzionare bene con Thomas che era tutt’altro che stravagante. Il loro figlio Hanno, soffrirà questa discrepanza tra i genitori, fino a non volere procedere nel proseguimento della stirpe e della propria vita. Una differenza tra i genitori che anche l’autore provò tra i propri: la madre incline all’arte e il padre agli affari.
Gran parte dell’opera di Thomas Mann verte su questo contrasto tra vita artistica e vita borghese. Lo scrittore ne cerca la conciliazione e la indica nel Tonio Kröger.
Hanno dunque muore adolescente mentre chi sopravvive, e produce è Tonio Kröger , il borghese che, dapprima sviatosi nell'arte, alla fine di questo romanzo breve rinsavisce e accetta la componente, non artistica, non demoniaca, ereditata dal padre, poiché dice: "se qualcosa è  realmente in grado di fare di un letterato un poeta, è appunto questo mio borghese amore per l'umano e il vivo e l'ordinario. Ogni colore, ogni bontà, ogni sorriso, proviene da esso; e quasi mi sembra che sia quel medesimo amore del quale è scritto che chi ne fosse privo, anche se sapesse parlare tutte le lingue degli uomini e degli angeli, altro non sarebbe che un rame risonante e un tintinnante cembalo".
 
La prospettiva è quella della caritas indicata dall’evangelista  Paolo come  il valore massimo:"Si linguis hominum loquar et angelorum, caritatem autem non habeam, factus sum velut aes sonans aut cymbalum tinniens" [1], se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, però non avessi la carità, diverrei un rame risonante o un cembalo che squilla.
"Nunc autem manet fides, spes, caritas, tria haec; maior autem ex his est caritas"[2] ora dopo tutto restano fede, speranza e carità, questi tre pilastri, ma la più grande è la carità.
 
Pesaro 9 agosto 2023 ore 12, 25 
giovanni ghiselli

p.s
Questo post farà parte del secondo corso che terrò  alla Primo Levi a partire dal 16 gennaio, per 8 incontri di due ore ciascuno, ogni martedì fino al 6 marzo
Il 20 gennaio sarò a Cento con la Pace di Aristofane
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[1] Ep. Ad Conrinthios, I, 13, 1.
[2] Ad Corinthios, I, 13, 13.

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