mercoledì 2 ottobre 2024

Ifigenia CLVI. La scuola corrotta. Conclusione



 

Terzo coro.

Classe, maestro, docente, preside.

 

Classe.

Al falso docente,

lo pseudo educatore

che dissacra la scuola

e profana la santa educazione

con soporifera indifferenza,

con diffidenza offensiva

atta a destare cattive emozioni,

con  ignoranza del Bello e del Bene

la spregiatrice cruenta dell'anima umana,

l'adoratrice prostrata a venerare

lucro nefando, losco intrallazzo,

disanimante frastuono,

la gastrolatra enorme,

visceri guasti dai ripugnanti sospiri;

al polimorfo ruffiano di se stesso

che, allucinato,

crede di scorgere in ogni persona

la repressione violenta,

la perversione profonda,

la malafede servile,

l'immedicabile angoscia

della sua anima impoverita,

ulcerata da frustrazioni continue,

rabide cagne ostili all'amore,

io chiedo di torcere in fuga retrograda, precipitosa,


 

lo scivoloso, sacrilego piede,

senza lasciare

la sudicia traccia vischiosa e contaminante;

io non posso seguirla.

Voglio affiancare

con passo diritto

il vero maestro

sacro a Paideia:

l'educatore entusiasta

che, con atto di fede incrollabile

nell’ umana creatura

predisposta a comprendere

gioiosamente

il volto senza maschere

della vita nuda, meravigliosa,

progredisce sicuro sulle orme di luce

impresse sulla strada erta dell'uomo

dai maestri che hanno indirizzato

l'umanità al culto del bello morale,

e, cacciando i mercanti dal tempio,

hanno rimesso lo spirito sopra l'altare.

 

Esodo.

Tutti i personaggi sono presenti.

Maestro.

Infatti il problema è quello di riconsacrare l'uomo. Continueremo a

lavorare insieme con questo scopo.

 

Preside.

Vedremo, vedremo. Lei sta facendo i conti senza il preside.

 

Docente ( rivolta al capo dell'istituto)

E' un sobillatore odioso: deve essere allontanato.


 

 

 

Maestro.

Lavorerò comunque. Sono stato calunniato per due anni; alcuni hanno cercato di istigare contro di me i genitori degli alunni e perfino gli

stessi allievi, eppure non mi sono mai scoraggiato e  ho impegnato  tutte le forze mie. Non smetterò di

educare i giovani. Sono convinto che un adolescente educato bene

sia mentalmente più integro e avanzato di un adulto medio. E che

fornisca maggiori stimoli al lavoro intellettuale. Anche se

riuscirete a cacciarmi, sarò maestro dell'intero istituto, anzi

dell'intera città attraverso l’opera educativa umanamente spesa non senza fatica.

 

Docente.

 Direi che lei sta diffondendo un contagio piuttosto. Io non voglio contrarre malattie incurabili.

 

Maestro.

Già: quello che secondo lei è il morbo del libero pensiero. Non è in noi la malattia. Questi ragazzi ed io vorremmo attaccarvi la nostra volontà di salute. Noi diffondiamo germi di vita sana.

 

Preside.

Quelli della licentia.

 

Studente.

No preside. I semi dell'entusiasmo.

 

Preside.

Ma mi faccia il piacere! Entusiasmo per che cosa?

 

Studente.

Per l'umanità, per la vita, per la scuola che ci educa.

Fine

 

Scrissi in tregiorni questa pièce breve ma densa. Ifigenia la trovò molto bella e comincià ad impararne a memoria delle parti, a ripeterle. Ne fui incoraggiato a sperare in una rinascita del nostro amore, del mio impegno educativo, di ogni cosa bella e buona.


 

Epigrafi

kajme; th;n dusdaivmona-pavlo" kaqairei' tou'to tajgaqo;n

labei'n, (Sofocle, Antigone, vv.274-275) e il sorteggio

condanna me, la disgraziata, a prendermi quest'incarico "bello".

 

Non voglio credere che quel Gianni Ghiselli sia morto, ma

piuttosto che, come la crisalide, sia oggi simbolo di bellezza e

libertà sulle rovine degli anni ottanta.

Natale 1993.

Emilia. (Lettera della madre di un’allieva)

 

p. s.

 

Hanno già compiuto la loro vita mortale molti tra i personaggi che mi hanno

ispirato il racconto.

Del resto ognuna  di queste personae o maschere è composita, come

le immagini dei sogni.

 

Pesaro 2  ottobre 2024 ore 18, 38 giovanni ghiselli.

 

 

 

 

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