In quinta ginnasio I Promessi Sposi andavano studiati capitolo per capitolo.
Nel Novecento la televisione ha diffuso la lingua media parlata comprensibile da quasi tutti e quasi sempre dignitosa.
Da qualche anno la lingua doppiamente articolata in significanti e significati è stata sostituita da acronimi, parole inglesi italianizzate male, oppure italiane inglesizzate anche peggio, se non addirittura da versi animaleschi.
Invero l'uso egregio della parola è la conoscenza più alta, quella che avvalora tutte le altre: queste, senza tale sapienza suprema, equivalgono agli zero non preceduti da un numero: "il molto sapere è un grave male, per chiunque non sia padrone/della lingua (polui>dreivh calepo;n kakovn, o{sti" ajkartei' -glwvssh"): è proprio come per un bambino avere un coltello"[1], scriveva Callimaco nel III secolo a. C.
Don Milani insegnava che "bisogna sfiorare tutte le materie un po' alla meglio per arricchirsi la parola. Essere dilettanti in tutto e specialisti nell'arte della parola"[2].
L'uomo che dovrebbe essere animale linguistico sta diventando animale senz'altro. Questa mutazione antropologica entra nella categoria della violenza programmata dal Palazzo: la gente non deve sapere, non deve capire. Deve menare e venire bastonata. Al valore semantico, etimologico delle parole è subentrato l'occultamento del loro significato vero - e[tumo~ lpvgo~ -. Oggi devono prevalere le menzogne, gli insulti, i gesti, le smorfie, le botte.
"Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l’insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno" Si legge nel Manifesto del futurismo capace di antivedere questo nostro triste presente molto più di quello di Marx ed Engels.
Pesaro 10 settembre 2024 ore 16, 39.
giovanni ghiselli
p. s.
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[1] Callimaco (310 ca- 240 ca a. C.), Aitia, fr.75 Pf, vv. 8-9.
[2]Lettera a una professoressa , p. 95.
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