Letta il Giovane, un uomo che si presenta come persona studiosa e intelligente, ha cercato di attirare i voti della “buona” borghesia senza rendersi conto che questo ceto è in forte declino numerico data la situazione economica dell’Italia, peggiorata oltretutto dall’atlantismo del governo.
Letta ha per giunta tradito la stirpe del suo partito che discende in parte dal PCI, il quale difendeva gli interessi della classe operaia, e in parte dalla Democrazia Cristiana che pure lei lo faceva più e meglio di questo degenerato PD.
La borghesia abbiente si è rarefatta e così i voti a lei richiesti da chi la rappresenta si sono dileguati in parte non piccola. I suffragi dei lavoratori poveri e di altri bisognosi sono passati alla Meloni e a Conte perché si sono sentiti più protetti dai Pentastellati e dai Fratelli d’Italia che dai discendenti degeneri di Gramsci, Togliatti, Longo e Berlinguer.
Letta il Giovane, quello spensierato di Enrico, del resto è nipote del braccio destro di Berlusconi e non ha fatto onore nemmeno allo zio, il potente patruus Gianni che lo ha sostenuto finché ha potuto reggerlo, ma ora non ne può più.
Pesaro 26 settembre 2022
giovanni ghiselli
p. s.
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