“È grande errore parlare delle cose del mondo indistintamente e assolutamente, e per dire così, per regola; perché quasi tutte hanno distinzione ed eccezione per la varietà delle circunstanzie, le quali non si possono fermare con una medesima misura ; e queste distinzione ed eccezione non si truovano scritte in su' libri, ma bisogna le insegni la discrezione (Guicciardini, Ricordi, 6).
La discrezione va impiegata anche nel definire Apollo. Nietzsche ne mette in rilievo un solo aspetto: quello di dio della luce, della chiarezza della misura, della forma.
Ma all’inizio dell’Iliade (I, 49) “deinh; de; klaggh; gevnet j ajrgurevoio bioi`o, si levò tremendo lo strepito dell’arco d’argento di Febo appunto. E il nume adirato fa una strage.
“Arco si dice biov~ - biou` oJ; una parola simile a bivo~- ou oJ che vuole dire “vita”, ma l’arco dà la morte.
Nell’Edipo re di Sofocle il sacerdote invoca Apollo perché porti salvezza a Tebe:"Febo che ha mandato questi vaticini/ venga salvatore swthvr q j i{koito e nello stesso tempo ponga fine al morbo” (159- 150).
Altrettanto polimorfo è Dioniso
Arriano ci fa sapere che gli Ateniesi venerano un altro Dioniso rispetto al nume tebano figlio di Semele.
Questo Bacco ateniese è figlio di Zeus e di Core, e il canto Iacco dei misteri viene intonato a questo dio, non a quello tebano (Anabasi di Alessandro, 2, 16, 3).
Così forse si spiega la differenza tra il Dioniso feroce delle Baccanti e quello di Omero, un dio impaurito (Iliade, VI, 135 Diwvnuso" de; fobhqeiv" ) e infantile, che, minacciato da Licurgo, si getta in mare dove Tetide lo accolse in seno spaventato e tremante per le grida dell’uomo.
Poi c’è il Dioniso ridicolo delle Rane di Aristofane. In questa commedia il dio fugge terrorizzato da Empusa tra le braccia del suo sacerdote (v. 297). Più avanti Dioniso si caca addosso dalla paura di Empusa (v. 479) e viene apostrofato dal servo Xantia con:" oh tu, davvero il più vigliacco degli dèi e degli uomini!"(v. 486).
Ebbene, gli attori della guerra tra Russi e Ucraini, e con attori intendo chi la recita, non chi la fa, Putin e Zelenskij non sono nemmeno loro integralmente buoni o del tutto cattivi.
Chi li giudica tali è integralmente stupido se ne è convinto, ma lo fa quasi sempre per il proprio “particolare”
Dunque: è una grande falsificazione “ parlare delle cose del mondo indistintamente”. Ha ragione Francesco Guicciardini, uno dei miei maestri. Sia anche il vostro.
Pesaro 5 settembre 2022 ore 17, 57
giovanni
ghiselli
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