Un capitolo dei Buddenbrook (I, 7) di T. Mann. Giovenale e il Satyricon
La facoltosa borghesia mercantile dell’Ottocento e i liberti di età imperiale
Christian Buddenbrook si sente male dopo le “squisitezze” eccessive che ha mangiato. “Il piccolo Christian mandava lamenti da straziare il cuore”.
Il dottor Grabow gli sente il polso e rassicura la madre: “una piccola indigestione” da curare con un sonnifero, una camomilla e un cibo leggero. “Un pochino di piccione… un po’ di pane bianco”.
Il bambino non vuole nemmeno sentir parlare di cibo.
Ma il dottore voleva dire ai genitori che il loro rito della tavola santa e ricolma di ogni ben di Dio non sarebbe cambiato: il piccolo Christian “Come suo padre, parenti e conoscenti , avrebbe passato i giorni seduto, mangiando quattro volte al giorno cibi così scelti e pesanti”. Il dottore non era l’uomo capace di capovolgere le consuetudini di tutte quelle brave famiglie di commercianti, amanti del benessere e delle comodità”.
Notare la contraddizione, rispetto a quel benessere, del bambino che sta male e soffre.
Ma il dottore non suggeriva mai diete rigorose.
Non erano mancate tra i suoi pazienti indigestioni seguite da colpi apoplettici. Però Grabow “non era l’uomo capace di disprezzare il tacchino farcito. Quel prosciutto, per esempio, con la salsa di scalogno, era stato, corpo d’un cane, una vera squisitezza, e poi, quando già incominciava a mancare il fiato, ecco il budino di amaretti, di lamponi e di crema…proprio così”.
Commento
Ricordo che una volta vidi un ghiottone che si abbuffava di lasagne e non uscì con le sue gambe. Vennero a prenderlo degli infermieri e lo portarono via disteso, poi lo caricarono sull’ambulanza.
Mi vengono in mente questi versi di Giovenale:
“quanta est gula quae sibi totos
ponit apros, animal propter convivia natum!
poena tamen praesens cum tu deponis amictus
turgidus et crudum pavonem in balnea portas
hinc subitae mortes atque intestata senectus (Satira I, 140-144), quanto grande è la gola che imbandisce per sé cinghiali interi, animale nato per i conviti? La punizione però è pronta, quando tu ti togli le vesti gonfio di cibo e porti nel bagno il pavone non digerito. Di qui morti improvvise e la vecchiaia senza testamento. Il funerale che segue riceve applausi falsi dai clenti adirati.
In questa cena dei Buddenbrook “il signor Köppen sentì il bisogno di slacciarsi due bottoni del panciotto; ma purtroppo non era possibile farlo perché nemmeno i signori anziani si permettevano una tale libertà”.
I liberti di Petronio erano più disinvolti
Trimalchione dà un saggio della educazione di questa nuova borghesia libertina lamentando i propri disturbi intestinali e dando licenza a tutti di non badare troppo all'etichetta con il trattenere le flatulenze: "alioquin circa stomachum mihi sonat, putes taurum. itaque si quis vestrum voluerit sua re causa facere, non est quod illum pudeatur. nemo nostrum solide natus est. ego nullum puto tam magnum esse tormentum quam continere. nemo nostrum solide natus est " (Satyricon 47), del resto intorno allo stomaco ho dei rumori, un toro, fate conto. Se qualcuno di voi volesse fare i suoi comodi, non ha di che vergognarsi. Nessuno di noi è nato senza fessure. Io penso che non ci sia tormento tanto grande quanto trattenersi.
Ho riferito queste frasi sgradevoli poiché trovano una corrispondenza nella Vita di Claudio di Svetonio:"Dicitur etiam meditatus edictum, quo veniam daret flatum crepitumque ventris in convivio emittendi, cum periclitatum quendam prae pudore ex continentia repperisset " (32), si dice pure che avesse preparato un editto con il quale concedeva licenza di emettere flatulenze e crepiti di ventre durante la cena, avendo saputo che un tale aveva corso pericolo in seguito al fatto di essersi trattenuto per la vergogna.
Pesaro 12 settembre 2022 ore 11, 29
p. s
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