Virgilio nella prima Georgica (v.511) depreca "Mars impius " che al tempo della guerra civile infuria
dovunque, come nell'età del ferro.
Orazio ricorda che le guerre, che pure a molti piacciono, sono esecrate dalle madri: “ bellaque matribus-detestata” (carm. 1. 1. 24-25), quindi qualifica il dio Marte come torvus (carm. 1, 28, 17) e cruentus (carm. 2. 14. 13).
Tibullo [1]attribuisce la colpa della guerra alla brama dell'oro:" Quis fuit horrendos primus qui protulit enses? /Quam ferus et vere ferreus ille fuit!// Tum caedes hominum generi, tum proelia nata,/tum brevior dirae mortis aperta via est.// An nihil ille miser meruit; nos ad mala nostra/vertimus, in saevas quod dedit ille feras?//Divitis hoc vitium est auri, nec bella fuerunt,/faginus adstabat cum scyphus ante dapes " (I, 10, 1-8), Chi per primo ha tirato fuori le orrende spade? Oh quanto feroce e davvero ferreo[2] fu quello! Allora la strage nacque per il genere umano, allora la guerra, allora più breve si è aperta la via della morte tremenda. Oppure quel disgraziato non ebbe colpa; ma noi volgemmo a nostro danno quello che egli ci diede contro le belve feroci?
Questa è colpa del ricco oro, e non c'erano guerre quando una coppa di faggio stava davanti alle vivande. Non era ancora l'età del business .
Curzio Rufo nota che durante la campagna di Alessandro Magno in India succedeva che gli assediati dessero fuoco alla loro città e gli assedianti cercassero di spegnere il fuoco: “adeo etiam naturae iura bellum in contrarium mutat ” (Historiae Alexandri Magni, 9, 4, 7), a tal punto la guerra stravolge perfino le leggi di natura.
Questi e altri del genere sono biasimi e moniti che dobbiamo continuare a rivolgere ai promotori di guerre se non vogliamo essere loro complici.
Mi sembra assolutamente opportuno ricordare tali giudizi sull'assurdità della guerra che viene imposta agli uomini comuni, se non proprio dagli dèi, dall'alto dei palazzi del potere, affinché i mortali poveri, servano a interessi che sicuramente non sono i loro.
Pesaro 24 settembre 2022 ore 11, 58
Orazio ricorda che le guerre, che pure a molti piacciono, sono esecrate dalle madri: “ bellaque matribus-detestata” (carm. 1. 1. 24-25), quindi qualifica il dio Marte come torvus (carm. 1, 28, 17) e cruentus (carm. 2. 14. 13).
Tibullo [1]attribuisce la colpa della guerra alla brama dell'oro:" Quis fuit horrendos primus qui protulit enses? /Quam ferus et vere ferreus ille fuit!// Tum caedes hominum generi, tum proelia nata,/tum brevior dirae mortis aperta via est.// An nihil ille miser meruit; nos ad mala nostra/vertimus, in saevas quod dedit ille feras?//Divitis hoc vitium est auri, nec bella fuerunt,/faginus adstabat cum scyphus ante dapes " (I, 10, 1-8), Chi per primo ha tirato fuori le orrende spade? Oh quanto feroce e davvero ferreo[2] fu quello! Allora la strage nacque per il genere umano, allora la guerra, allora più breve si è aperta la via della morte tremenda. Oppure quel disgraziato non ebbe colpa; ma noi volgemmo a nostro danno quello che egli ci diede contro le belve feroci?
Questa è colpa del ricco oro, e non c'erano guerre quando una coppa di faggio stava davanti alle vivande. Non era ancora l'età del business .
Curzio Rufo nota che durante la campagna di Alessandro Magno in India succedeva che gli assediati dessero fuoco alla loro città e gli assedianti cercassero di spegnere il fuoco: “adeo etiam naturae iura bellum in contrarium mutat ” (Historiae Alexandri Magni, 9, 4, 7), a tal punto la guerra stravolge perfino le leggi di natura.
Questi e altri del genere sono biasimi e moniti che dobbiamo continuare a rivolgere ai promotori di guerre se non vogliamo essere loro complici.
Mi sembra assolutamente opportuno ricordare tali giudizi sull'assurdità della guerra che viene imposta agli uomini comuni, se non proprio dagli dèi, dall'alto dei palazzi del potere, affinché i mortali poveri, servano a interessi che sicuramente non sono i loro.
Pesaro 24 settembre 2022 ore 11, 58
p. s
Statistiche del blog
empre1280921
Oggi81
Ieri231
Questo mese5361
Il mese scorso5545
[1] Nato a Gabii o a Pedum , nel Lazio rurale fra il 55 e il 50 a. C., morto tra il 19 e il 18 a. C. Sotto il suo nome ci è giunto il Corpus tibullianum , tre libri di elegie. Sono sicuramente e autenticamente tibulliani i primi due che cantano l'amore per due donne, Delia e Nemesi. Il terzo libro che gli umanisti divisero in due parti è un' antologia di vari autori, compreso Tibullo. Quintiliano lo definisce tersus atque elegans maxime…auctor (Institutio oratoria , X, 93), l'autore più elegante e raffinato, nel campo dell'elegia dove i latini possono sfidare i Greci.
[2] Cfr. Erodoto:" ejpi; kakw'/ ajnqrwvpou sivdhro" ajneuvrhtai" (I, 68, 4), il ferro è stato inventato per la rovina dell'uomo
Nessun commento:
Posta un commento