425 L’Ecuba è una delle grandi tragedie troiane contro la guerra, attuale più che mai in questi giorni. La protagonista chiede compassione per Polissena ai Greci che vogliono sacrificarla: “mhde; ktavnhte tw`n teqnhkovtwn a{li~” 278.
Polissena preferisce morire conservando il suo bello stile regale che sopravvivere cadendo in servitù.
La giustificazione estetica della vita umana, il culto della bellezza, è un'altra delle ragioni per cui i Greci sono nostri padri spirituali.
Soltanto nella bellezza si può tollerare il dolore di vivere, afferma la principessa troiana quando antepone una morte dignitosa a una vita senza onore: "to; ga;r zh'n mh; kalw'~ mevga~ povno~, (Ecuba , v. 378), vivere senza bellezza è un grande tormento".
Verrà imitata dalla Cleopatra di Plutarco e di Shakespeare
La bellezza e la dignità della morte vengono anteposte alla degradazione della vita da Cleopatra, l'ultima dei Tolomei: lo capisce l'ancella Carmione la quale, al soldato che, vedendo il cadavere della regina, le ha domandato : "kala; tau'ta Cavrmion ;" è bello questo?, la regina risponde con il suo ultimo fiato: "kavllista me;n ou\n kai; prevponta th'/ tosouvtwn ajpogovnw/ basilevwn" (Plutarco, Vita di Antonio, 85, 8), è bellissimo e si confà a una donna che discende da re tanto grandi.
Lo stesso personaggio (Charmian) dell'Antonio e Cleopatra di Shakespeare, all'ottuso guardiano (First Guard) che le ha posto la medesima domanda retorica (Charmian, is this well done?) , replica : "It is well done, and fitting for a princess-Descended of so many royal kings. Ah, soldier! (5, 2)", è ben fatto e adatto a una sovrana discesa da tanti nobili re. Ah soldato!
Pesaro 30 settembre 2022
p. s
La bellezza è sempre associata alla cultura, è un fatto di cultura.
Dedico questa riflessione al mio antenato Canonico Carlo Martelli di Sansepolcro del quale, leggo: “ riconosciuto degno pe’ suoi talenti di appartenere ad una Società Letteraria, è stato ascritto al di Lei Corpo in qualità di Accademico Corrispondente con Deliberazione del dì 26 Gennaio 1831. L’ACCADEMIA DEGLI INFECONDI DI PRATO.
Sento il benessere del ramo per l’albero sul quale è cresciuto.
"Il benessere dell'albero per le sue radici, la felicità di non sapersi totalmente arbitrari e fortuiti, ma di crescere da un passato come eredi, fiori e frutti, e di venire in tal modo scusati, anzi giustificati nella propria esistenza- è questo ciò che oggi si designa di preferenza come il vero e proprio senso storico"[1]. E’ l’aspetto antiquario dell’amore per la storia.
[1] F. Nietzsche, Sull'utilità e il danno della storia per la vita, in Considerazioni inattuali II, 3.
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