Eteocle nei Sette a Tebe non è personalmente colpevole ma deve pagare per le colpe di Laio e di Edipo: " dico che la trasgressione antica/dalla rapida pena rimane fino alla terza generazione “ga;r levgw- parbasivan wjkuvpoun-, aijw`na d j ej~ trivton-mevnein”:/quando Laio faceva violenza/ad Apollo che diceva tre volte,/negli oracoli Pitici dell'ombelico/del mondo, di salvare la città/morendo senza prole;/ma quello vinto dalla sua dissennatezza/generò il destino per sé,/Edipo parricida,/quello che osò seminare/il sacro solco della madre, dal quale nacque/radice insanguinata,/e fu la pazzia a unire/gli sposi dementi" (vv.742-757).
Sofocle
Il Coro dell'Antigone deplora la catastrofe della ragazza con queste parole: "Avanzando verso l'estremità dell'audacia,/hai urtato , contro l'eccelso trono della Giustizia,/creatura, con grave caduta,/ del resto sconti una colpa del padre" (vv. 853-856).
Erodoto
Creso il re di Lidia, sconfitto da Ciro, aveva espiato il fallo del suo quinto antenato Gige, il quale, assecondando una congiura di donna, aveva ucciso il suo signore Candaule e aveva preso un potere che non gli spettava.
Per giunta Creso era stato poco acuto nell'interpretare l'oracolo del Lossia quando gli prediceva che se avesse fatto una spedizione militare contro i Persiani, avrebbe distrutto un grande impero:"h]n strateuvhtai ejpi; Pevrsa", megavlhn ajrch;n aujto;n kataluvsein" (I, 53, 3); infatti il re avrebbe dovuto chiedere di quale impero si trattava: se di quello di Ciro o del proprio. Infine la Pizia lo aveva messo in guardia da un mulo (I, 55) e con quell'animale ibrido intendeva indicare Ciro, nato da padre e madre di razze diverse: la madre (Mandane) di lignaggio più alto, il padre (Cambise), di molto inferiore[1]: "h\n ga;r dh; oJ Ku'ro" ou|to" hJmivono": ejk ga;r duw'n oujk oJmoeqnevwn ejgegovnee, mhtro;" ajmeivnono", patro;" de; uJpodeestevrou"(I, 91, 5).
In seguito a questa spiegazione Creso giunse alla resipiscenza e si salvò:"oJ de; akouvsa" sunevgnw eJwutou' ei\nai th;n aJmartavda kai; ouj tou' qeou'", udito questo, comprese che suo era l'errore e non del dio (I, 91, 6,). Probabilmente ha ragione S. Mazzarino quando, dopo avere indicato "i caratteri del "razionalismo" greco nel "racconto erodotèo su Ciro", afferma che" Erodoto rinnovava l'incontro, che deve rimontare già a due o tre generazioni prima di lui, fra la cultura dell'aristocrazia greca e le tradizioni dell'aristocrazia "feudale"iranica"[2].
Pasolini
“Uno dei temi più misteriosi del teatro tragico greco è la predestinazione dei figli a pagare le colpe dei padri. Non importa se i figli sono buoni, innocenti, pii: se i loro padri hanno peccato, essi devono essere puniti. E’ il coro - un coro democratico - che si dichiara depositario di tale verità: e la enuncia senza introdurla e senza illustrarla, tanto gli pare naturale”.
Pasolini trova una ragione nella legge della tragica predestinazione a ereditare le colpe: i giovani del 1975 sono figli di padri colpevoli, padri “che si son resi responsabili, prima, del fascismo, poi di un regime clerico-fascista, fintamente democratico, e, infine, hanno accettato la nuova forma del potere, il potere dei consumi, ultima delle rovine, rovina delle rovine”.
I figli dunque ne ereditano le colpe. “Ma sono figli “puniti” per le nostre colpe, cioè per le colpe dei padri. E’ giusto? Era questa, in realtà, per un lettore moderno, la domanda senza risposta, del motivo dominante del teatro greco. Ebbene sì, è giusto. Il lettore moderno ha vissuto infatti un’esperienza che gli rende finalmente, e tragicamente, comprensibile l’affermazione - che pareva così ciecamente irrazionale e crudele - del coro democratico dell’antica Atene: che i figli cioè devono pagare le colpe dei padri. Infatti i figli che non si liberano delle colpe dei padri sono infelici: e non c’è segno più decisivo e imperdonabile di colpevolezza che l’infelicità”.
E le colpe dei padri? Esse sono la complicità col vecchio fascismo e l’accettazione del nuovo fascismo. Perché tali colpe?
“Perché c’è - ed eccoci al punto - un’idea conduttrice sinceramente o insinceramente comune a tutti: l’idea cioè che il male peggiore del mondo sia la povertà e che quindi la cultura delle classi povere deve essere sostituita con la cultura della classe dominante. In altre parole la nostra colpa di padri consisterebbe in questo: credere che la storia non sia e non possa essere che la storia borghese” [3].
Pesaro 28 settembre 2022 ore 16, 47
giovanni ghiselli
[1] Questo accoppiamento incongruo fu deciso da Astiage, il re padre di Mandane che temeva il figlio della figlia. Nello stesso modo si comporta Riccardo III con la figlia del fratello Duca di Clarence già fatto assassinare: “His daughter meanly have I match’d in marriage” ( Riccardo III, IV, 3), sua figlia l’ho accoppiata in matrimonio meschino.
[2]Il pensiero storico classico , I vol. p.172).
[3] P. P.
Pasolini, Lettere luterane, I giovani
infelici, pp. 5-12.
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