domenica 18 settembre 2022

Medea. 2

PER VISUALIZZARE IL GRECO SCARICA IL FONT 
HELLENIKA QUI E GREEK QUI


Per la conferenza che terrò a San Giorgio del Sannio il 14 ottobre
 
Procediamo con i versi della tragedia di Euripide
 
D'altra parte lo straniero deve adeguarsi per forza alla città: 222
nemmeno approvo il cittadino che, divenuto arrogante,
è duro verso i concittadini per ignoranza - ajmaqiva~ u{po.
Questa faccenda inaspettata piombatami addosso
mi ha rovinato la vita; sono distrutta e, buttata via
la gioia di vivere, desidero morire, amiche.
Quello nel quale per me c'era  tutto, lo so bene,
si è rivelato il peggiore degli uomini, il mio sposo- kavkisto~ ajndrw`n (…)  ouJmo;~ povsi~. 229
 
Medea è giovane e sbaglia facendo dipendere la propria felicità dal volere di un’altra persona. Con l’età possiamo verificare la realtà di questo avvertimento di Epitteto (50-120) : “se tu miri a qualcosa che non sta in te, è necessario, è inevitabile fallire “ajtucei`n ajnavgkh ( Manuale, 2)
Del resto “Ricorda che tu sei solo attore di un dramma- mevmnhso o{ti uJpokrithJ~ ei\ dravmato~,  ma quale sia il testo lo sceglie il regista. Tu devi  recitare bene la parte che ti è stata assegnata, la scelta è di un altro- so;n ga;r tou`t j e[sti , to; doqe;n uJpokrivnasqai provswpon kalw`~: ejklevxasqai d j aujto; a[llou” (Manuale, 17)  
E per giunta: “la donna ama credere che l’amore possa tutto,-ed è questa la sua caratteristica superstizione[1].
 
Torniamo alle parole di Medea
 
Fra tutti gli esseri, quanti sono vivi e hanno raziocinio gnwvmhn e[cei 230-,
 noi donne siamo la creatura più tribolata-ajqliwvtaton futovn :
noi che innanzitutto dobbiamo comprare un marito  povsin privasqai
con gran dispendio di ricchezze, e prenderlo come padrone
 del corpo- despovthn te swvmato~-, e questo è un male ancora più doloroso del male. 234
E in questo sta la gara massima- ajgw;n mevgisto~- , prenderlo cattivo
 o buono. Infatti non danno buona fama le separazioni
alle donne, e non è possibile ripudiare lo sposo
Commentiamo alcune parole rilevanti nel mio pensiero e forse anche nel vostro. Gnwvmh è la ragione, l’intelligenza che a Medea non manca, anzi ne è dotata e in misura maggiore rispetto ai suoi antagonisti, però la gnwvmh può essere sormontata da uno qumov~ preponderante e questo succede nella tragedia della nipote del Sole, la quale se ne rende conto: ella  individua nel proprio animo  un conflitto tra la passione furente e i ragionamenti, quindi comprende che l'emotività, sebbene sia causa dei massimi mali, per gli uomini è più forte dei suoi propositi:" Kai; manqavnw me;n oi\\\a dra'n mevllw kakav,-qumo;" de; kreivsswn tw'n ejmw'n bouleumavtwn,-o{sper megivstwn ai[tio" kakw'n brotoi'""( vv. 1078-1080), capisco quale abominio sto per compiere, ma più forte dei miei ragionamenti è la passione, che è causa dei mali più grandi per i mortali",  dirà la furente nel quinto episodio dopo avere preso la decisione folle di uccidere i figli . 
Un'eco di questa situazione si trova nelle Metamorfosi di Ovidio dove Medea cerca di contrastare, senza successo, la passione per Giasone " et luctata diu, postquam ratione furorem/ vincere non poterat, "Frustra, Medea, repugnas." (VII, vv. 10-11), e dopo avere combattuto a lungo, dacché non poteva vincere la follia amorosa con la ragione, si disse "ti opponi invano, Medea". 
   povsin privasqai 233 : la necessità di comprare ogni cosa viene biasimata e respinta da Diceopoli il protagonista degli Acarnesi di Aristofane
Il contadino pacifista manifesta subito la predilezione della campagna e l'odio per la vita urbana (33) i cui valori supremi sono comprare e vendere.
“guardo verso i campi, bramoso di pace-eijrhvnh" ejrw`n-
stugw`n me;n a[stu, to;n ejmo;n dh`mon poqw`n, odiando il centro della città, soffrendo la mancanza del mio villaggio
o]" oujdepwvpot ei\pen : a[nqraka" privw
 che mai disse: compra il carbone",
oujk o[xo", oujk e[laion, ouujd j h[/dei  privw , né l'aceto, né l'olio, e nemmeno conosceva quel "compra”
ma il villaggio produceva tutto e il comprare che taglieggia non c'era"(32-36).
 
ajqliwvtaton futovn 231 ajgw;n mevgisto~ 235: a[qlio~ è la persona continuamente sottoposta all’a\qlo~ la contesa, la lotta, la prova anche dolorosa, come Odisseo il quale giunto a Itaca, neppure là era sfuggito alle prove  eij~   jIqavkhvn, oujd j e[nqa pefugmevno~ h\en ajevqlwn- " (Odissea, I, 18) .
Ebbene, tra le prove la più grande, l’ ajgw;n mevgisto~, è quella del matrimonio. Antifonte sofista afferma che le nozze sono un grande agone in effetti: "mevga" ga;r ajgw;n gavmo" ajnqrwvpwn" [2].
Il matrimonio è una fatica si Sisifo sopportabile soltanto da chi non è capace di stare solo.
"Il problema del matrimonio è che finisce tutte le notti dopo che si è fatto l'amore, e bisogna tornare a ricostruirlo tutte le mattine prima della colazione" sostiene il dottor Urbino, "il marito" di un romanzo di Màrquez[3] .
 
Una volta per molti le nozze erano una condanna a vita: infatti non danno buona fama le separazioni alle donne (ouj ga;r eujkleei'~ ajpallagai;-gunaixivn), e non è possibile ripudiare lo sposo (vv. 236-237).
In Italia è andata così fino agli anni Sessanta del Novecento.
Per ora fermiamoci qui
Bologna 18 settembre 2022 ore 11, 43
 
p. s. Statistiche del blog
Sempre1279443
Oggi142
Ieri223
Questo mese3883
Il mese scorso5545


[1] Di là dal bene e dal male, Che cosa è aristocratico?, 269.
[2]Intorno alla Concordia  fr. 49 Untersteiner.
[3] L'amore ai tempi del colera, p. 222.

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLVII. Il teatro di legno, la puszta e la csárda

.   Nella O di legno [1] del teatro   dunque l’anno seguente a questo che sto raccontando la mia giovane amante avrebbe pregato. Ch...