giovedì 29 settembre 2022

Alcune quintessenze di Sofocle

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Sofocle antepone i legami di sangue a quelli istituzionali, le leggi dell’Olimpo e della coscienza a quelle scritte, e mette in rilievo la ricerca dell’identità del protagonista tragico che non si ferma davanti a nessun rischio, a nessuno ostacolo (
Antigone, Aiace, Edipo re).
 
Mostra che una parola (come novmo~) può avere significati diversi secondo chi la pronuncia.
 
Inoltre il poeta di Colono opera una smontatura del logos dei suoi personaggi: Edipo è colpevole poiché riconosce solo tardi i limiti della sua intelligenza. Il suo peccato  è la presunzione intellettuale manifestata  con queste parole: "arrivato io,/ Edipo, che non sapevo niente, la[1] feci cessare,/ azzeccandoci con l'intelligenza (gnwvmh/ kurhvsa" ) e senza avere imparato nulla dagli uccelli" ( Edipo re, vv. 396- 398).
Gli uccelli forse non conoscono il destino, tuttavia
“Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio” ( et unus ex illis non est in oblivione coram Deo,  Luca, 12, 6).
Quindi:  there is a special providence in the fall of a sparrow" (Shakespeare, Amleto, V, 2), c'è una provvidenza speciale perfino nella morte di un passero.
 
L’imperatore Giuliano era un attento osservatore di tale segno. Ammiano Marcellino commenta questa attenzione scrivendo che gli auspici si traggono dagli uccelli non perché loro conoscano il futuro sed volatus avium dirĭgit deus (21, 1, 9).
"Il destino dell'uomo è inserito nell'ordine divino del mondo; e quando l'ordine divino e il disordine umano vengono al cozzo, si sprigiona la scintilla della tragedia"[2].
 Le parole conclusive dell’Antigone contengono la morale del dramma e presentano la  quintessenza del sofocleismo:" Il comprendere (to; fronei'n) è di gran lunga il primo requisito/della felicità; è necessario poi non essere empio/ in nessun modo negli atti che riguardano gli dèi" (vv. 1347-1349).
Comprendere  significa capire l'ordine cosmico e osservare l’ordine del cosmo aiuta a comprendere.
Nel Timeo Platone scrive che dio ci ha donato la vista affinché, contemplando nel cielo i giri dell’intelligenza, ce ne giovassimo per i moti circolari della nostra mente-  †na t¦j ™n oÙranù toà noà katidÒntej periÒdouj crhsa…meqa ™pˆ t¦j perifor¦j t¦j tÁj par j   ¹m‹n diano»sewj  che sono affini a quelli celesti i quali però sono ordinati mentre i nostri circuiti sono disordinati. Così noi, ammaestrati, possiamo correggere l’irregolarità dei nostri giri mentali imitando quelli della divinità che sono regolari 47 b-c-

 
Pesaro 28 settembre 2022 ore 18, 01

p. s
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[1] La Sfinge.
[2]  V. Ehrenberg, Sofocle e Pericle , p. 40.

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