John Singer Sargent Madame Paul Escudier |
Nietzsche:
“Come e quando una donna rida, ciò è segno della sua educazione: ma nel timbro del riso si rivela la sua natura…Perciò lo studioso degli uomini dirà come Orazio, ma per diverso motivo, ridete puellae”[1].
Ovidio
Chi lo crederebbe? Le ragazze imparano anche il modo di ridere, cercando pure con questo aspetto di accrescere la loro avvenenza:"Quis credat? Discunt etiam ridere puellae, /quaeritur atque illis hac quoque parte decor " ( Ars III, vv. 281-282).
Ovidio dà delle indicazioni che si riassumono nel v. 286:"sed leve nescioquid femineumque sonet ", comunque (il ridere) esprima un non so che di delicato e femminile. Quelle che si lasciano andare alla sghignazzata rischiano la sguaiataggine :"ut rudit a scabrā turpis asella molā " (Ars, III, v. 290), come la brutta asinella raglia dalla ruvida macina. Questo verso realmente ruvido rende fonicamente il riso sgraziato della ragazza asina.
Marziale commenta questa parte dell'Ars notando che il poeta di Sulmona ( precisamente Paelignus ) aveva consigliato di ridere:"ride si sapis, o puella, ride "(II, 41), ridi ragazza, se hai giudizio, ridi, ma non a tutte le ragazze:"sed non dixerat omnibus puellis " Infatti una tal Massimina che ha tre denti deve mettersi addosso espressioni tristi, frequentare donne in lutto e distrarsi solo con le Muse tragiche. Dunque:"plora, si sapis, o puella, plora ", piangi ragazza se hai giudizio, piangi.
Pesaro primo settembre 2022 ore 18, 58
Adesso però vado a correre, altrimenti questa sera ogni boccone sarà immeritato e delinquenziale.
Pena? La deformità.
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