giovedì 29 settembre 2022

Nessuno è felice secondo Euripide e Piero Ottone.

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431 La tragedia Medea afferma che lo
qumov~, la parte emotiva è preponderante su quella razionale.
Poi esclude la felicità dalla vita dell’uomo

Con qumov" sono composte le parole che designano le due parti meno alte dell'anima nella Repubblica di Platone: qumoeidev"  (composto  da qumov" +ei\do~) è l'elemento irascibile che deve essere alleato con il logistikovn  (cfr.  logivzomai, "calcolo", "penso") , la componente razionale, nel presiedere all' ejpiqumhtikovn (cfr. ejpiqumevw, "bramo") l'elemento appetitivo, la parte maggiore e la più insaziabile di ricchezze (439 sgg.).
La  Medea  di Euripide  individua nel suo animo  un conflitto tra la passione furente e i ragionamenti, quindi comprende che l'emotività, sebbene sia causa dei massimi mali, per gli uomini è più forte dei suoi propositi:" Kai; manqavnw me;n oi\\\a dra'n mevllw kakav,-qumo;" de; kreivsswn tw'n ejmw'n bouleumavtwn,-o{sper megivstwn ai[tio" kakw'n brotoi'""( Medea,  vv. 1078-1080), capisco quale abominio sto per compiere, ma più forte dei miei ragionamenti è la passione, che è causa dei mali più grandi per i mortali",  dirà la furente nel quinto episodio dopo avere preso la decisione folle di uccidere i figli . 
Le cose mortali non ora per la prima volta considero ombra skiavn, 1223
e senza timore potrei dire che gli uomini i quali si credono
 pieni di sapere –tou;~ sofouv~-e indagatori di ragioni
proprio costoro meritano l'accusa della più grande follia megivsthn mwrivan.
Tra i mortali infatti non c'è nessun uomo che sia felice oujdeiv~ ejstin eujdaivmwn ajnhvr,
quando passa un'ondata di prosperità, uno può diventare
 più fortunato di un altro eujtucevstero~ a[llou, ma felice nessuno-eujdaivmwn
d j a]n ou[. 1230
Sono le parole del messo che concludono il racconto della prima strage di Medea.
"Gianni Agnelli è stato un uomo fortunato, nel senso che gli dei gli procurarono, all'apparenza, tutto quanto si può desiderare nella vita. Ma non è stato un uomo felice" scrive Piero Ottone pochi giorni dopo la morte di questo personaggio molto noto, invidiato e corteggiato (in Il Venerdì di "la Repubblica" del 31  gennaio 2003, p. 19).
 
Pindaro chiama l'uomo "sogno di ombra" (skia'" o[nar/a[nqrwpo"", Pitica VIII, vv. 95-96 ).
 

Pesaro 28 settembre 2022 ore 20, 31
giovanni ghiselli

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