NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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mercoledì 6 settembre 2023

Percorso amoroso. Satyricon 2.


 Noi andremo cercando i brani collegabili al nostro tema dell'amore, in particolare dell' amore adulterato, notando il ribaltamento e la degradazione delle situazioni erotiche, soprattutto per quanto riguarda il  sentimento e il desiderio amoroso :" I have lost my passion: why should I need to keep it/Since what is kept must be adulterated? , ho perduto la mia passione: perché dovrei conservarla, se ciò che si conserva deve diventare adulterato?-potrebbe dire il giovane Encolpio, come  Gerontion (vv.61-62), il vecchio, di T. S. Eliot,  che non fu alle Termopili. Riporteremo anche alcune considerazioni sulla scuola, dato che il narratore è uno scholasticus. Come me che scrivo e voi che mi leggete e magari mi ascolterete anche.

 

 Cercheremo pure analogie con il mondo contemporaneo ubi- dove, altrettanto che in questa opera-"sola pecunia regnat" (Satyricon 14) solo il denaro comanda, e tutto è venale, si compra e si vende.

 

Tale era la situazione all'inizio del breve regno di Galba[1] secondo Tacito:"Venalia cuncta, praepotentes liberti, servorum manus subitis avidae " (Historiae , I, 7), tutto era in vendita,  assai potenti i liberti, caterve di schiavi avide per i repentini cambiamenti.

Non poteva durare a lungo l'imperatore successivo a Nerone, non solo perché vecchio ma anche perché aveva dichiarato:"legi a se militem, non emi " (I, 5) che lui i soldati li arruolava non li comprava.

 

Secondo Mazzarino il Satyricon rappresenta l' ultima fase dell'età giulio-claudia:"il romanzo petroniano è l'epopea di questo mondo in cui i contrasti, lungi dal placarsi, danno vita e colore alla società che si viene formando o già in parte s'è formata; in cui i parvenus, i Trimalchioni insomma, tipicamente contrastano con la vecchia classe dirigente, e pur con essa si appaiano, per quanto riguarda le inattese e capricciose richieste di luxus ( Tacito, che probabilmente non ha letto mai il romanzo, credeva di sapere che il mondo del Satyricon fosse parodia degli uomini stessi di Nerone); in cui la nova simplicitas, che arieggia la cultura degli Epicurei, schiettamente contrasta con la rigida severità dello stoicismo di un Trasea, ed entrambe, variamente penetrate nelle classi dirigenti, comunque rappresentano la tradizionale cultura ellenistico-romana, di fronte al proselitismo orientale e particolarmente giudaico o cristiano"[2].

 

"Sotto Nerone, Il padovano Trasea Peto, "la virtù in persona", come lo definì Tacito[3], si uccise[4]  accusato di lesa maestà: aveva scritto una monografia su Catone Uticense"[5].

 

Il triangolo amoroso del Satyricon dunque è formato da  due giovani avventurieri non digiuni di lettere[6]: Encolpio, il personaggio narrante, uno scholasticus come si è detto, un frequentatore di scuole,  Ascilto, più rozzo e spregiudicato, e il ragazzino sedicenne Gitone conteso dai due. "Petronio, con questi suoi personaggi, e con l'irrefrenabile dinamismo del suo narrare, anticipa per un verso le figure dei medievali clerici vagantes, o intellettuali vagabondi, dall'altro il romanzo picaresco[7] spagnolo. Ma il suo romanzo possiede una carica erotica intensa, che può raggiungere l'oscenità, sempre riscattata, tuttavia, da una girandola di trovate linguistiche, o dall'improvviso verificarsi di eventi che stemperano nella beffa, nell'ironia e talvolta nella malinconia la crudezza del contesto[8]". 

 All'inizio del testo che ci è arrivato (il libro XV quasi completo con la Cena Trimalchionis, e parti del XIV e del XVI su un totale di 20 o 24 libri, come l'Odissea)   troviamo una discussione nel portico di una scuola tra Encolpio e il retore Agamennone sulle cause della corruzione dell'eloquenza.

Encolpio mette sotto accusa la separazione della scuola dalla vita:"et ideo ego adulescentulos existimo in scholis stultissimos fieri, quia nihil ex his, quae in usu habemus aut audiunt aut vident, sed piratas cum catenis in litore stantes, sed tyrannos edicta scribentes, quibus imperent filiis ut patrum suorum capita praecidant, sed responsa in pestilentiam data, ut virgines tres aut plures  immolentur, sed mellitos verborum  globulos et omnia dicta factaque quasi papavere et sesamo sparsa  " (1, 3), e perciò io penso che i ragazzi nelle scuole diventino stupidissimi, poiché niente ascoltano o vedono di quello che è utile nella vita, ma pirati che stanno in agguato sulla spiaggia con le catene, ma tiranni che scrivono editti con i quali ordinano ai figli di tagliare le teste dei loro padri, ma responsi dati contro la pestilenza che si sacrifichino tre vergini o di più, ma polpette di parole tonde e mielate e tutte le espressioni e le azioni quasi condite di papavero e sesamo.

La critica della scissione tra letteratura e vita si ritrova in Marziale:"Non hic Centauros, non Gorgonas Harpyasque/invenies: hominem pagina nostra sapit "(X, 4), non qui troverai Centauri, Gorgoni e Arpie: la nostra pagina sa di uomo.

"Controluce questo negativo rivela un positivo petroniano:"Io penso che questi ragazzi a scuola si rimbecilliscono perché non odono né vedono nulla di ciò che abbiamo sottomano". E' un j'accuse in nome della concretezza e del realismo, il nocciolo della poetica petroniana"[9].

 

Petronio, epicureo, atticista e classicista, dichiara che la vita  contiene situazioni più interessanti di tutte le scuole di retorica.         

 Il discorso di Encolpio infatti è anche un rifiuto del retoricume stucchevole e oblioso. "Tutta retorica. Vesciche piene d'aria"[10].  

 

Pesaro  6 settembre 2023 ore 17, 25 giovanni ghiselli.

p. s.

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[1] Dal giugno del 68 al gennaio del 69.

[2] S. Mazzarino, L'impero romano, I, pp. 230-231.

[3] Nero virtutem ipsam excindere concupivit interfecto Thrasea Peto (Annales, XVI, 21), Nerone volle recidere la virtù stessa con l'ammazzare Trasea Peto. 

[4] Nel 66 d. C.

[5] S. Mazzarino, Il pensiero storico classico, 3, p. 64.

[6] "Et tu litteras scis et ego" dice Encolpio ad Ascilto nel decimo capitolo, siamo tutti e due letterati.

[7]  Comparso in Spagna nel Cinquecento. Racconta le avventure di personaggi di infima estrazione sociale: picaro significa "furfante", "pitocco". Un esempio: l'anonimo Lazarillo de Tormes del 1554.

[8] Luca Canali, L'erotico e il grottesco nel Satyricon, p. 5

[9] Luca Canali, L'erotico e il grottesco nel Satyricon, p. 4.

[10] J. Joyce, Ulisse, p. 172 (capitolo VII: Eolo, Il giornale)- in inglese: High falutin stuff. Bladderbags (p. 111). Come vedete questo corso di ottobre-novembre 2023 ha dei nessi con  quello successivo di gennaio marzo, poiché tutta la letteratura europea è imparentata con se stessa, come tutta la natura e come dovrebbe essere tutta l’umanità.

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