NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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sabato 12 novembre 2022

Euripide Medea vv. 1081-1115. Contro il prolificare.


 Euripide Medea vv. 1081-1115. Contro il prolificare

Un’appendice: il problema dell’aborto

 

Intermezzo anapestico del Coro (vv. 1081-1115) dentro il V episodio

 Spesso già mi sono inoltrata tra discorsi

più sottili e sono giunta

a contese più grandi di quanto debba cercare

la razza delle femmine.

Ma di fatto c'è una musa anche per noi,

la quale si incontra con noi per la sapienza,

 con tutte no, ma tra molte

forse potresti trovare <una> piccola razza <speciale>

di donne non estranea alle muse.

E affermo che tra i mortali quelli che sono

 del tutto inesperti di figli

e non ne hanno generati, superano nella fortuna

coloro che li generarono. 

Quelli invece che sono senza figli, poiché non sanno

se i figli risultino un piacere o una pena

per i mortali dal momento che non ne hanno avuti,

si tengono lontani da molte sofferenze.

Quelli invece che hanno in casa

il dolce germoglio, li vedo tutto il tempo

tormentati dalla preoccupazione 1100,

innanzitutto come allevarli bene

e da dove lasciare il sostentamento ai figli;

e inoltre, dopo questo, se si affatichino

per dei figli privi di valore

o se per dei figli bravi, questo non è chiaro.

A questo punto parlerò di un male

che è il peggiore di tutti per i mortali:

ecco, hanno pure trovato sostanza sufficiente per vivere

e il corpo dei figli è giunto alla giovinezza

e sono risultati bravi: ma se tocca

un destino fatto così, si incammina verso l'Ade

la morte portando i corpi dei figli.

Come dunque può essere un vantaggio che oltre gli altri mali

gli dèi gettino sui mortali anche

questo penosissima sofferenza

 per i figli? 1115

Bologna 12 novembre  2022-

giovanni ghiselli

p. s

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Un’ aggiunta

Nel quinto libro Erodoto narra lo strano costume  dei Trausi che compiangono il neonato e seppelliscono il morto con manifestazioni di gioia:"sedendo attorno al neonato i parenti piangono (...) enumerando tutte le sofferenze umane; invece scherzando con gioia mettono sotto terra (paivzontev" te kai; hJdovmenoi gh'/ kruvptousi) il morto, spiegando che si trova in completa felicità, liberato da tanti mali"(V, 4, 2).

Lucrezio compiange la creatura umana che, appena arriva alla luce, riempie il luogo con un lugubre vagito:" vagituque locum lugubri complet " (De rerum natura , V, 225)

 

Cfr. Leopardi: “ Nasce l’uomo a fatica,

ed è rischio di morte il nascimento.

Prova pena e tormento

per prima cosa; e in sul principio stesso

la madre e il genitore

il prende a consolar dell’esser nato.

Poi che crescendo viene,

l’uno e l’altro il sostiene, e via pur sempre

con atti e con parole

studiasi fargli core,

e consolarlo dell’umano stato:

altro ufficio più grato

non si fa da parenti alla lor prole.

Ma perché dare al sole

Perché reggere in vita

Chi poi di quella consolar convenga?

(Canto notturno di un pastore errante dell’Asia, vv. 39-54).

 

Ora c’è la possibilità di abortire. Bene. Io però credo che alle donne e alla loro libertà converebbe imporre il preservativo ai loro amatori se non vogliono partorire.

Ben venga la liberà sessuale ma prescrivano agli uomini il preservativo le donne che non vogliono figli .

Un mio  amico maschilista non lo usava per principio. Quando vedevo tanta spensieratezza pensavo a delle parole di una canzone di Fabrizio de André: “ non temi di creare dolore, visto che finita la borsa di studio non vi vedrete più?”

Il libertino rispondeva: “io non voglio creare dolore a me stesso usando il preservativo. Se resta incinta, non mi riguarda”.

In fondo era dello stesso avviso di certe femministe: “ il figlio è solo della donna ed ella del feto può fare quello che crede. L’uomo non deve metterci bocca”.

Vi pare giusto? A me no.

Saluti gianni

Una volta una mia compagna abortì come sa, chi mi legge. Ne parlammo poi lei decise così. Non la incoraggiai a partorire né cercai di dissuaderla dall’abortire.

La raggiunsi comunque in Finlandia.

Ora se c’è una donna che mi manca è una figlia. Avrebbe 47 anni e sarebbe molto intelligente e piuttosto bellina se avesse preso da noi due.

Allora, nel 1974, io avevo 30 anni non ancora compiuti, e la ragazza pregnante 24 appena compiuti. Ci amavamo ma eravamo lontani geograficamente, lei stava completando gli studi di psicologia, io iniziavo un nuovo lavoro e dovevo imparae a farlo bene con uno studio matto e speranzosissimo di molte ore del giorno e della notte. In cinque anni di scuola media avevo dimenticato il poco greco e latino imparato prima.

 Sicchè era difficile “dare al sole e reggere in vita” una bambina.

Qualche rimorso per non avere incoraggiato la ragazza in ogni caso mi è rimasto, anche se lei non chiese il mio parere.

Comunque da allora non ho mai più praticato il coitus interruptus. Lo sconsiglio a chi non vuole figli. Da allora ho sempre usato il preservativo se l’amante non prendeva la pillola per sua abitudine e di sua volontà.

Ecco, il “bieco maschilista” si sottopone al vostro giudizio-anche critico- di femmine umane intelligenti e buone. Le cattive non toccano a me.

   Saluti

gianni

 

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