mercoledì 16 novembre 2022

Ieri sera a Carta Bianca ha parlato il buon novellatore Minniti

Ancora su gli indizi

La Medea di Euripide impreca contro il marito farabutto:
“O Zeus, perché dell'oro che sia falso
accordasti agli uomini indizi chiari - tekmhvri j safh `-,
mentre tra gli uomini non è impresso dalla nascita nel corpo
nessun segno - carakthvr - con il quale bisogna riconoscere il malvagio?”  (Medea, 516- 519)
 
Ebbene  il charaktèr che è indizio chiaro tekmhvrion safev~ - di impreparazione, di mancanza di serietà e affidabilità è la citazione pretenziosa e sbagliata. Ne ho segnalata una un paio di giorni fa.
 
Oggi  segnalo un’altra fanfaronata detta ieri da un gesticolante Minniti.
Ha attribuito il metodo l’autopsia a Tacito. Questa magari si può attribuire a un passo di Erodoto il quale all'inizio del lovgo" scitico dichiara che nessuno sa con esattezza (ajtrekevw") cosa ci sia al di là della Scizia poiché non ha avuto informazioni da nessuno che dica di saperne qualcosa come testimone oculare ( ajutovpth~) IV, 16).
 
Tacito non esclude il racconto popolare dei prodigi: Ut conquirere fabulosa et fictis oblectare legentium animos procul gravitate coepti operis crediderim, ita vulgatis traditisque demere fidem non ausim. Die, quo Bedriaci certabatur, avem invisitata specie apud Regium Lepidum celebri luco consedisse incolae memorant, nec deinde coetu hominum aut circumvolitantium alitum territam pulsamve, donec Otho se ipse interficeret; tum ablatam ex oculis: et tempora reputantibus initium finemque miraculi cum Othonis exitu competisse (Historiae, II, 50)

Come reputerei lontano dalla serietà dell’opera iniziata  andare in cerca di miti e dilettare le anime dei lettori con delle invenzioni, così non oserei togliere credito a tradizioni diffuse.
Nel giorno in cui si combatteva a Bedriaco, gli abitanti ricordano che un uccello di aspetto mai visto si posò in un frequentato bosco sacro presso Reggio Emilia, e che non venne spaventato né scacciato di lì dalla grande quantità delle persone né degli uccelli che svolazzavano intorno, finché Otone non si fu ucciso; allora scomparve alla vista; e per chi tiene conto dei tempi, il principio e la fine del prodigio coincide con la fine di Otone. L’evento risale all’aprile del ’69.
Minniti invece, il buon novellatore,  racconta le sue fole mimate spacciandole per esattezze autopticamente verificate da lui stesso.


Bologna 16 novembre 2022 ore 12, 07
giovanni ghiselli

p. s.
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