Polibio di Megalopoli (206-118) vuole differenzirea la tragedia dalla storia in polemica con Filarco, lo storiografo nato a Naucrati ma vissuto ad Atene nel III secolo, autore di Storie in 28 libri che andavano dal 272 al 219, anno della morte di Cleomene III, il re di Sparta ben visto da questo autore e mal visto da Polibio il quale dichiara di seguire le Memorie di Arato, stratego della lega Achea, per la narrazione della guerra cleomenica che oppose Sparta ed Etoli ad Achei e Macedoni.
Polibio era figlio di Licorta stratego della Lega achea
Filarco, ci informa Mazzarino, "ha capito il genio di Cleomene III e la necessità della rivolta sociale, in mezzo al tramonto della gloriosa libertà greca.
Rostozev (Die hellenistische Welt , trad. ted., I, 146) ha detto benissimo:"la Grecia era dalla parte di Filarco, e non da quella di Arato e degli Achei difesi da Polibio"[1].
Cleomene III fu un re riformatore che intendeva restaurare i valori della Sparta antica e ampliare il corpo civico ridotto a poche centinaia di spartiati.
Egli nel 227 fece uccidere gli Efori e aprì con gli Achei un conflitto non privo dei colori dell'ideologia. Arato nel 224 chiamò in aiuto Antigono Dosone di Macedonia che divenne alleato degli Achei. Cleomene fu sconfitto a Sellasia nel 222 e morì in Egitto "nel corso di una rivolta contro Tolemeo IV Filopatore che gli negava gli aiuti per rientrare nel Peloponneso"[2].
Polibio dunque critica Filarco poiché ha cercato di colpire la sfera emotiva dei lettori raccontando le terribili sofferenze di Mantinea una volta sottomessa dagli Achei che le fecero pagare l'infedeltà alla loro causa.
I mezzi usati per la propaganda antiachea non sarebbero degni di uno storico il quale non deve mirare a suscitare stupore cercando meraviglie inverosimili, né deve andare alla ricerca di probabili discorsi degli uomini o elencare le possibili conseguenze dei fatti, come fanno i poeti tragici. Più avanti leggeremo alcuni paragrafi un greco, facendone un commento particolareggiato. Intanto si può notare che da una parte Polibio, criticando la ricostruzione dei discorsi plausibili, si distacca da Tucidide, dall'altra che il largo uso delle lacrime nella tragedia è caratteristico dei personaggi, uomini e donne, di Euripide il quale è stimolato a comporre dal carattere patetico del soggetto.
Durante la guerra cleomenica dunque Mantinea fu conquistata dai Macedoni alleati degli Achei, nel 223: secondo Filarco e anche Plutarco ( Vita di Arato 45 6-9) questa città del Peloponneso subì un massacro che Polibio tende a nascondere o minimizzare.
Filarco viene biasimato per avere "faziosamente" descritto le sofferenze di questa gente
Ho ricordato questo per commentare il fatto che i crimini di guerra, e di pace, attribuiti ai Russi dagli Ucraini vengono subito dati per certi dalla stampa occidentale, mentre quelli attribuiti ai Russi dagli Ucraini devono essere verificati
Nel quotidiano “la Repubblica” di oggi leggo questo titolo
L’accusa di Mosca a Kiev
“I nostri prigionieri
uccisi a sangue freddo”
L’Onu esamina le prove.
Nell’articolo sottostante firmato da Daniele Raineri leggo:
“L’Ufficio Onu per i diritti umani sta esaminando il video: “Le accuse di esecuzioni sommarie dovrebbero essere prontamente, pienamente ed efficacemente indagate , e tutti gli autori ritenuti responsabili” (pagina 16).
Il mio commento è che questa notizia è venuta fuori perché nemmeno Biden approva più Zelennskij e la guerra a oltranza da lui auspicata. Aggiungo che sui crimini attribuiti ai Russi non sono mai state fatte indagini serie.
Per quanto riguarda Filarco e Polibio, la storia non solo la scrivono i vincitori, come a loro pare e conviene, ma i vinti non hanno nemmeno il diritto di lamentare le sofferenze subite.
A meno che diventino a loro volta vincitori
Bologna 19 novembre 2022-
giovanni ghiselli
p. s
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