mercoledì 18 gennaio 2023

Ifigenia II. L’invito a uscire dalla scuola durante l’intervallo.


 

In quella giovane bruna, vivace, bramosa di afferrare la sua porzione di bene e pure desiderosa di donarmi qualche cosa di sé, mi sembrò che rivivesse tutta la bellezza luminosa dell’arte e della terra greca che l’empia teocrazia del lucro non è riuscita a nullificare; osservando con attenzione l’aspetto incensurabile delle sue forme, sentendo l’odore della sua pelle vicina, ammirando il colore dei suoi capelli e quello dell’incarnato reso bronzino dal sole, a un tratto in quel mio trentaquattresimo autunno già cupo di ombre sentìi rifiorire i maggi odorosi della prima adolescenza quando alle sette di sere ancora illuminate dal sole andavo nella chiesa vicina di Cristo re a seguire le funzioni dedicate alla Madonna, e cercavo di imparare un po’ di latino non senza osservare con ammirazione i capelli, le caviglie sottili e i polpacci sodi delle ragazze più carine che potevano dare un significato alla mia vita di solitario studioso, sportivo e carente di affetti.

Quella mattina il tempo si rinnovava grazie al giovane angelo che veniva a confermare la mia speranza di sempre: stava per annunciarmi il diritto alla felicità meritata grazie a tante fatiche impiegate con volontà e intelligenza. Immaginavo che presto Ifigenia mi avrebbe offerto il suo amore e provavo la sensazione che il mio triennio di studio continuo, intenso e speranzosissimo, stava per diventare un’esperienza reale e completa: mentale e carnale. Con il mio incessante lavoro, un’ascesi spirituale e corporea quasi fanatica, avevo attirato una creatura ambita da chissà quanti uomini di tutte le età, senza essere ricco, senza essere ben vestito né particolarmente giovane bello, senza avere alcun potere, anzi, andato in pensione il galantuomo Piero Cazzani, era subentrato un  preside nuovo che mi era ostile e mi ostacolava.

 Intanto il corridoio del liceo si stava affollando e mi sembrò troppo gremito perché potessi parlare  a mio agio con quella fanciulla che stava aspettando di sentirsi dire qualcosa di significativo e piacevole da come simpaticamente mi guardava. Sicché le dissi: “andiamo fuori a bere un caffè. Nell’intervallo ne ho proprio bisogno. Vorrei di parlare con te e sentirti parlare, Ifigenia”.

“Sì gianni, volentieri. Usciamo di qui”

Et coepit me praecedere. Pensai che quella ragazza significasse il destino.

In effetti si stava aprendo un altro capitolo di questa mia vita mortale.

 

Bologna 18 gennaio 2023 ore 20, 11 giovanni ghiselli

p. s

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Ora vado a correre. L’ascesi continua. Sempre alquanto fanatica.

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