“Nulla è bello, soltanto l’uomo è bello (…) nulla è brutto, tranne l’uomo che degenera. A una verifica fisiologica, ogni bruttezza indebolisce e affligge l’uomo. Essa gli ricorda la decadenza, il pericolo, l’impotenza; l’uomo ci perde realmente in forza. Si può misurare l’effetto del brutto con il dinamometro”
Sarebbe, semplifico, il misuratore della duvnami~, cioè della potenza che. vi ricordo, è molto più del potere-kravto~- è altra cosa, secondo quanto dice il profeta Tiresia al disgraziato re di Tebe Penteo nelle Baccanti di Euripide (v. 310). Questo l’ho già detto più di una volta e lo ripeto per gli scolari novizi. Intendo entrati da poco nel nostro collegio dove si pratica Das Glasperlenspiel e io fingo di essere il Ludi Magister come Josef Knecht del romanzo di Hermann Hesse, mentre è più quello che imparo da voi, o imparo per voi scolari.
Torniamo a Nietzsche che se ne intende: “Quando l’uomo in genere viene avvilito, allora fiuta la vicinanza di qualcosa di “brutto”. Il suo senso di potenza, la sua volontà di potenza, il suo coraggio, il suo orgoglio- questo con il brutto cade, con il bello si potenzia (…) Il brutto viene inteso come segno e sintomo di degenerazione: quel che sia pure alla lontana ricorda la degenerazione, provoca in noi il giudizio di “brutto” (…) Un odio qui insorge: che cosa odia allora l’uomo? Ma non esiste dubbio: il tramonto del suo tipo. E’ l’odio più profondo che esista”.
Interpreto “il tramonto del suo tipo” come perdita o smarrimento dell’identità.
A me capitò poco pima dei 19 anni, come conclusi il liceo.
Quando leggiamo un autore bravo, ritroviamo le nostre esperienze spiegate e chiarite.
Tra l’imbruttimento e la perdita di potenza possiamo trovare dei nessi, dei rapporti anche di casusa-effetto. Si imbruttisce, per esempio, quando si ingrassa compromettendo la snellezza, l’agilità e la salute: si perdono insieme bellezza e potenza. Si perde potenza di parola e capacità persuasiva smettendo di leggere: si comincia a cianciare e nessuno ci ascolta più, e imbruttiamo tosto. Finito il liceo avevo smarrito la mia identità di studente più egregio e ciclista più forte: per due anni mi pisciarono addosso anche i cani e i maiali, oltre le persone immonde.
Se non si reagisce, presto si scivola sempre più ingiù nel piano inclinato: fino alla fossa. Mi hanno aiutato le donne amanti, gli allievi attenti, il sole dei giorni sereni, gli amici buoni e gli autori ritrovati quali compagni accrescitori. Non escluso Nietzsche.
Bologna 28 gennaio 2023 ore 18, 40 giovanni ghiselli
p. s.
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