mercoledì 25 gennaio 2023

Ifigenia XVI. La Venere di Cnido e quella di Bologna.


 

Cominciammo con l’osservarci attenta mente a vicenda. In quel pomeriggio lontano non temevo di fare brutta figura siccome ero, e mi sentivo, nella forma migliore. Sicché potei godermi la scena della splendidissima giovane che si cavava le vesti, mentre io, meno giovane e splendido ma non proprio privo di ogni lepòre, mi toglievo le mie. A mano a mano che Ifigenia si denudava, mi sembrava che fosse la santa forza del sole a scoprirsi dalle nuvole invide, a mostrarmi il  bel volto radioso e mi invitasse a osservare e adorare debitamente il suo nume.

 La solare ragazza era snella, compatta, fiorente e diffondeva davvero la luce beatificante nella stanza già aduggiata dalla sera autunnale che rapidamente calava sulla fosca Bologna.

Ifigenia si tolse tutto, senza scatti, morbidamente e quando ebbe finito, prima di me, attardato dal desiderio di contemplarla, si fermò a guardarmi anche lei. Il sui corpo svestito, slanciato, eppure già un poco inclinato verso il grande letto dei tripudi desiderati, mi fece venire in mente un’altra scultura sacra, ieratica e antica, però meno severa e statica dell’attica Kore con il peplo; così nuda e ondulata, mi ricordò la prassitelica Afrodite Cnidia dalle forme flessuose, candide e palpitanti alla luce, ma in più nella carne della mia prossima amante, oltre la divina armonia, c’era la natura viva, la vita fiera di sé, tanto che mi riempivo di orgoglio nel contemplare una creatura siffatta nuda accanto al mio letto, come se avessi avuto la forza di portare nel talamo tutta la bellezza dei Musei della terra, e il rincuorante sole di primavera, e i prati della valle di Fassa coperti dall’erba alta e  dai fiori coloriti del mese di giugno, e  pure l’innumrevole sorriso delle onde marine che luccicano riflettendo i raggi del sole o della luna e li muovono a danza in arcana armonia con i passi delle Nereidi  che fanno girare rapidamente gli agili piedi immortali imprimendo piccole orme leggere sul fondo sabbioso dell’abisso marino.

Ifigenia insomma stenebrava tutto lo spirito mio e mi riempiva di gioia non solo con la propria figura ma con tutte le immagini di sovrumana bellezza  che la sua umana bellezza evocava. Al suo sorriso rispondevano il cielo rispose e la terra e le salse onde del mare che osservavo da bambino e tornavamo a lambirmi la mente sul far della notte. Ifigenia ruppe l’estasi notando con allegria la vivacità del colore delle mutande che mi stavo levando. Aggiunse che avremmo dovuti farci filmare così come eravamo da un bravo regista che rendesse eterni quei nostri minuti carichi di storia e di mito

 

Bologna  25 gennaio 2023 ore 19, 36

giovanni ghiselli

p. s

Sempre1316157

 

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLV In piscina con Giulia. Fedeltà o tradimento? Questo è il problema.

  Il pomeriggio   del 9 agosto andai in piscina con la bella ragazza serba. Giulia era formosa e venusta in qualunque modo fosse vesti...