domenica 22 gennaio 2023

Ifigenia VIII. Un esteta ridicolo. un seduttore fiacco e un donnaiolo vile. La tigre ircana.

Ifigenia VIII. Un  esteta  ridicolo. un seduttore fiacco e un donnaiolo vile. La tigre ircana

 

Nei giorni successivi alla metà di ottobre studiai Il diario del seduttore di Kierkegaard, Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde e il Piacere di D’Annunzio per assumere gli atteggiamenti dell’esteta superiore alle convenzioni e mettere alla prova la futura amante. Volevo capire se fosse capace di accettare il mio arbitrio di uomo libero e  di libertino. Ifigenia ammirava quelle mie pose ridicole proprio perché stava cercando un’analoga parte per sé e io gliene chiarivo alcuni aspetti.

Recitavo prima di tutti il ruolo  di Giovanni, il seduttore kirkegaardiano o dannunziano che vive una vita obliqua, al congiuntivo, almanaccante, priva di entusiasmi e slancio, in cerca di eccitazione da parte di una ragazza. Questa doveva versarmi nel petto stanco il torrente della sua fresca, sorgiva vitalità. In cambio poteva ricevere  la mia tormentata complessità mentale, la mia cultura che avrebbe dato consapevolezza anche a lei, alla sua vita ancora prevalentemente istintiva.

“Ella è come un fiore, piace dire ai poeti, e perfino quel che in lei c’è di spirituale ha qualche cosa di vegetativo”. Queste parole avevo sottolineato nel libro di Kierkegaard.

Mi sbagliavo: Ifigenia era molto più disincantata di me: sapeva bene quello che voleva.

So che mi riempio di ridicolo scrivendo questo ma scrivere è anche una terapia, una catarsi per chi scrive e per chi legge. Avevo deciso di assumere tali pose per non prendermi responsabilità di ordine etico, tanto meno matrimoniale, e anche perché capivo che tali atteggiamenti erano congeniali pure a lei e le piacevano.

Per procedere però dovevamo fare l’amore e io ne avevo ancora paura.

Ifigenia una mattina della terza decade di ottobre mi scavalcò nella posa che avevo preso da una decina di giorni.

Disse: “Ma che tipo di esteta sei tu giovanni ghiselli? Un esteta, un seduttore pusillanime, fiacco e codardo. Anche finto. Tu in realtà sei un moderato, un borghese, un perbenista bigotto: una ragazza giovane assai, quasi una principiante che dovrebbe rappresentare la tua predominante passione, dongiovanni a parole, ti offre l’amore come unità della carne e del sangue e tu lo rifiuti mentre continui a chiacchierare senza costrutto”.

Mi trovai spiazzato da tanto ardimento e da tale aggressività.

Le risposi con sforzo e imbarazzo, parafrasando il testo di Kierkegaard: “Io non voglio possedere una ragazza in senso esteriore, voglio prima goderla mentalmente e artisticamente. Poi, per dirla tutta, aborrisco il fidanzamento. Roba da ciabattini. Di tutte le cose ridicole il fidanzamento è la più assurda. Il matrimonio può avere il senso di un contratto vantaggioso. Il fidanzamento è puro nonsenso”.

Ifigenia trasse altro ardire da queste parole prese a prestito, non mie e replicò: “ma chi vuole fidanzarsi? Io non ci penso nemmeno. Sono già malmaritata. Uno sbaglio che non ripeterò. Se  mi vuoi, devi uscire da questi schemi che dovrebbero venire rotti dalla spinta che senti verso di me, se davvero la senti. Io sono disposta a darti tutto quanto tu puoi volere da me . Ma devo sapere se davvero mi vuoi e che cosa puoi darmi. E voglio vedere se  tra noi ci può essere qualcosa di più e di meglio dei libri e della scuola. Sabato pomeriggio sono libera e voglio passarlo con te per qualche ora, non i soliti venti minuti dell’intervallo o del percorso per venire a scuola. Fuori c’è il mondo, ci siamo noi liberi di fare quello che ci va. Io almeno lo sono.”

“Va bene-risposi travolto da tanta sicurezza- Hai ragione. Scusami, sono stato avvilito, reso anche vile dalla retrocessione al ginnasio. Mi rifarò come ogni altra volta.

Vediamoci sabato pomeriggio alle tre davanti alla libreria Feltrinelli. Vieni con scarpe adatte per camminare sui campi dove ti porterò”.

Ma avevo ancora paura di lei. Non avevo mai visto tanta risolutezza in una donna così giovane. Le finniche sapevano pure loro quello che volevano ma in confronto a questa tigre ircana erano delle passerottine.

 

Bologna 22 gennaio 2023 giovanni ghiselli

 

Il catalogo è questo

Sempre1314777

Nessun commento:

Posta un commento

Ifigenia CLVII. Il teatro di legno, la puszta e la csárda

.   Nella O di legno [1] del teatro   dunque l’anno seguente a questo che sto raccontando la mia giovane amante avrebbe pregato. Ch...