NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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giovedì 19 gennaio 2023

Nietzsche 76 La filosofia nell’età tragica dei Greci Capitoli 9-10-11 Parmenide.

Eraclito dunque coglie la verità in modo intuitivo senza arrampicarsi sulla scala di corda della logica.


Parmenide di Elea 541-450 circa è una figura antagonista. La sua verità è foggiata nel ghiaccio invece che nel fuoco. Il pensiero presocratico viene diviso in due parti da questa linea parmenidea

Parmenide diversificò il mondo distribuendo lo in due rubriche, una positiva una negativa: positivo il luminoso, negativo l’oscuro. Il leggero dalla parte del luminoso, il pesante nell’oscuro. C’è un’attitudine al procedimento logico-astratto, precluso al sensibile. Il pesante è avvertibile dai sensi come qualità positiva ma Parmenide gli impresse il marchio della negazione

Terra negativa, fuoco positivo, Positivo quanto è luminoso, igneo, caldo, leggero, sottile, attivo, virile. Negativo l’oscuro, il terroso, il freddo, pesante, denso, femminile, passivo.

 

Positivo è insomma l’essente, negativo il non essente. Qualche cosa è, altra cosa non è. Il divenire il non permanere è il non essente. L’essente non nasce e non muore. Nascere e morire sono qualità negative.

Afrodite accoppia gli opposti essente e non essente e il risultato è il divenire

 

Capitolo 10

Parmenide entrò in contatto e in familiarità con Senofane di Colofone 570-475 il vecchio rapsodo dai molti vagabondaggi

Per un certo tempo convissero a Elea.

Senofane è um mistico religioso mntre Parmenide giunse all’unità dell’essere.  Senofane arrivò all’audace condanna dei costumi e delle valutazioni vigenti. Con lui la libertà dell’individuo è al suo apice e nell’evasione da tutte le convenzioni è imparentato con Parmenide

Parmenide dubitò della qualità pur negativa del non essente. “Può qualcosa che non è, essere una qualità?” Invero ciò che non è non è. Dire che ciò che non è, è qualcosa, è un delitto contro la logica.

I divkranoi, bicefali, che ammettono essere e non essere, tornano negli “uomini bambini” di H. Hesse (Siddharta) . Questi bicefali mescolano i contrari in un guazzabuglio.

“La mancanza di risorse- ajmhcanivh infatti nei loro petti dirige la mente errante” (Sulla natura, 6, 5-6)

I divkranoi di Parmenide sono i bicefali, che ammettono  essere e non essere. Il filosofo eleatico   dice che costoro mescolano i contrari in un guazzabuglio poiché la mancanza di risorse nei loro petti indirizza male la mente fuorviandola- ajmhcanivh ga;r ejn aujtw`n-sthvqesin ijquvnei plakto;n novon   (frammento 6 Karst del poema Sulla Natura vv. 5-6).

 

 

Parmenide “Si immerse allora nel bagno gelido delle sue tremende astrazioni” p. 78

Ciò che è verace deve essere eternamente presente: di esso non può dirsi fu né sarà. L’essente dunque non nasce e non muore: è indivisibile, è immobile, è compiuto. Se ne sta sospeso equilibrato in tutte le sue parti, perfetto in ogni suo punto come una sfera. E’ solo, non sta in uno spazio:  se questo ci fosse sarebbe un secondo essente che non c’è. Parmenide se la prese con il proprio occhio che vedeva il divenire: “guardatevi dal seguire l’occhio senza sguardo- a[skopon o{mma- , l’orecchio che echeggia e la lingua che vibra serpentina, e investigate soltanto con la forza del pensiero!”

Inizia così quella separazione del tutto fallace tra spirito e corpo che prosegue con Platone ed è una maledizione della filosofia. Tutte le percezioni sensibili secondo Parmenide procurano soltanto illusioni e l’illusione principale è attribuire l’esistenza al non essente, al divenire. Tutta la varietà del mondo è mera parvenza e illusione. Dobbiamo riscattarci da questo eterno inganno dei sensi. Il filosofo maneggia i gusci vuoti di parole indeterminate e sta seduto esangue accanto a tale verità, imbozzolato in una ragnatela di formule

Parmenide considera identici pensiero ed essere, quell’essere bozzoluto e sferico, mortalmente greve e rigidamente inerte

 

Capitolo 11-

Dunque l’essere è inodore, incolore, senza anima, senza sangue. Astrattamente schematico in un’età di pensiero mitico. Una povera vuota certezza e il rifiuto di tutto quanto è opulento, variopinto, vivente.

E’ il preludio del tema ontologico.

 

Bologna 19 gennaio 2022 ore 18, 15 giovanni ghiselli

Sempre1313848

 

 

 

 

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