martedì 24 gennaio 2023

Ifigenia XIII. Il conto della perdita e del profitto.


 

Dopo averla baciata, alla beatitudine succedette la paura. Paura di che? Dei morsi del cane bicefalo appostato a poche centinaia di metri? Della povertà conseguente al mancato sostegno familiare? Magari se mi fossi messo con Ifigenia e l’avessi portata a Pesaro ci avrebbero cacciati quali due peccatori dissoluti  impudenti e a me avrebbero fatto pagare l’affitto della casa che mi avevano comprato a Bologna.

“Non devi trasformarla in un casino” mi avevano detto. “Abbiamo avvertito il prete del Fossolo di tenerti d’occhio”. Il don era venuto un paio di volte a bussare ma, riconosciuto lo spione dallo spioncino, non gli avevo aperto la porta, mettendolo certamente in sospetto. Magari arrivava una zia e a questa avrei dovuto aprire.

Sarebbe arrivata la povertà, quella vera, se mi avessero trattato da affittuario. Sicché feci una mezza marcia indietro e quando Ifigenia mi disse: “ti amo tanto!”, le risposi : “io ti amo abbastanza: così-così”. Ci rimase male e si allontanò un poco ingobbita.

Tornai a casa rattristato anche io. Non erano nemmeno le sette di sera ed era già notte. Il sole mi aveva tolto il suo favore e io ero caduto in disgrazia. Senza il conforto del dio luminoso avevo perduto il sostegno del mio difficile procedere sulla via del chiarimento di quanto volevo.

Certo, desideravo portarmela a letto, magari congedando le altre due che non potevano reggere il confronto con lei per l’aspetto assai meno lepido e  l’età più avanzata. Ma quelle mi portavano a casa prelibatezze varie preparate da loro, questa, a quanto avevo capito, non sapeva fare nemmeno un uovo sodo. Per giunta aveva un marito grosso e ringhioso che poteva azzannarmi con quel ceffo e quei denti da cane .

E i cerberi della mia scuola si sarebbero  astenuti dalle cagnare vedendoci amoreggiare?

Insomma la ragazza era deliziosa ma io potevo rovinarmi attraverso una relazione con lei. Sicché, afflitto dal buio del cielo e da quello della mia povera mente, mi chiedevo: “posso azzardare un assenso alla sua e alla mia concupiscenza?”. Non ne ero sicuro.

D’altra parte era arrivato il tempo di decidere se valeva la pena di correre il rischio, se non volevo perdere del tutto l’intraprendente bella ragazza che aveva mille altre possibilità, e non mi avrebbe permessi di eludere ancora la sua già insistita richiesta.

 

Bologna 24 gennaio 2023 ore 12, 21.  giovanni ghiselli

 

Adesso bicicletta. In questi sciagurati giorni di pioggia ho preso un chilo. Voglia di perderlo subito: voglia di fare, voglia di fare.

 

Sempre1315591

 

 

 

 

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