venerdì 27 gennaio 2023

Introduzione a Polibio per la conferenza che terrò a Cento il 4 febbraio dalle 17


 

La lega achea

La lega Achea in origine riuniva solo alcune città dell'Acaia[1] poi, dalla metà del III secolo fino ai primi decenni del II, raggruppava gran parte del Peloponneso, eccetto Messene, l'Elide e Sparta di cui anzi era nemica, così come  era ostile all'altra realtà federale greca, la lega etolica "estesa su gran parte della Grecia centrale di qua e di là dalle Termopile e forte anche del controllo del santuario delfico"[2]. La lega etolica e quella achea costituivano "rispettivamente, il polo d'attrazione delle democrazie e delle 'aristocrazie' (cioè dei ceti possidenti). Polibio e Livio (che talvolta semplicemente lo traduce) danno degli Etoli e della loro lega la più negativa caratteristica"[3].

Polibio dunque, nato alla fine del III  secolo a Megalopoli in Arcadia, era figlio di Licorta, lo stratego della lega Achea succeduto, nel 183, a Filopemene che era stato catturato e avvelenato dai Messeni ribelli.

Polibio pertanto apparteneva alla classe dirigente dei Greci inclini ad una politica collaborazionista nei confronti di Roma, e la sua opera, come vedremo, rispecchia la scelta filoromana dei ceti possidenti delle città del Peloponneso.

Egli credeva, e spesso ripeteva, che lo studio della storia fosse il miglior sistema per acquisire un'esperienza militare e politica. Questo, e non un mero amore per i libri, fu il motivo delle sue ampie letture di storici greci.

 

Sul fatto che gli avvenimenti si ripetano in una sorta di "eterno ritorno" e che il passato si presti a fare da modello o da contromodello al  presente, si trova d'accordo il Machiavelli il quale mette sempre gli esempi antichi davanti agli occhi del suo Principe  :" Ma, quanto allo esercizio della mente, debbe el principe leggere le istorie, et in quelle considerare le azioni delli uomini eccellenti...come si dice che Alessandro Magno imitava Achille, Cesare Alessandro, Scipione Ciro...sendo l'intento mio scrivere cosa utile a chi la intende "[4].

 

Nel 169, quando aveva circa trentasei anni, Polibio fu eletto alla seconda carica della Lega dopo la strategia, quella di ipparco.

Nel giugno del 168 a. C.  il console L. Emilio Paolo sconfisse a Pidna il re di Macedonia Perseo il quale "aveva mostrato insofferenza verso gli stretti vincoli imposti dai Romani alla politica estera macedone dopo la sconfitta subita da Filippo V a Cinoscefale[5]; egli era diventato inoltre punto di riferimento delle aspirazioni e delle attese delle masse di indebitati e di scontenti, come già, a suo tempo, Filippo V[6]".

La lega tradizionalmente "si era destreggiata tra i Tolomei e la repubblica romana (che aveva tra gli Achei politici fidatissimi, come ad esempio Callicrate). Questi autentici agenti dei Romani tendevano faziosamente a presentare quali avversari di Roma e amici della Macedonia uomini come Polibio e Arconte lo stratego della lega Achea succeduto a Licorta. Comunque nell'approssimarsi della crisi risolutiva tra Roma e Perseo, Polibio e gli altri esponenti del suo gruppo hanno accentuato lo schieramento filoromano della lega e anzi promosso un formale impegno ad impiegare, in caso di guerra, un contingente al fianco dei Romani"[7]. Ma questo non bastò: dopo la disfatta di Perseo, racconta Polibio, giunsero ambasciatori da ogni parte per congratularsi con il comandante romano.

Le delegazioni  degli Achei erano composte da filoromani ("fivloi jRwmaivwn", XXX, 13, 2) oltranzisti che intendevano colpire gli avversari interni: quella guidata da Callicrate, presentò una lista di mille achei denunciati come elementi non affidabili. Tra questi era compreso l'ex ipparco Polibio

Nel 167 Polibio, oramai quarantenne, subì la deportazione  in Italia per essere processato a Roma e confinato in un municipio, ma questa sventura fu provvidenziale e si rovesciò in un'ottima fortuna poiché il futuro storiografo "le cui simpatie erano da sempre rivolte verso Roma" invece di essere processato e confinato in Etruria come altri achei, entrò in casa di Emilio Paolo come maestro di suo figlio Scipione Emiliano.

Allora il provinciale di Megalopoli  ebbe occasione di conoscere il fior fiore della classe dirigente dei vincitori "frequentando l'ambiente più significativo della Roma del II secolo a. C., quello degli Scipioni, e si è fatto storico per comprendere le cause profonde e la 'necessità' della vittoria della repubblica romana sull'intero mondo ellenistico. Polibio racconta che la sua relazione con Scipione ebbe origine dal prestito di alcuni libri e dalle conversazioni avute riguardo ad essi" ( e[k tino" crhvsew" bublivwn kai; peri; touvtwn lalia'"", XXXI, 23, 4).

 

Dei libri dunque possono essere "il segno di riconoscimento di una fratellanza segreta" come scrive Kundera ne L'insostenibile leggerezza dell'essere  dove Tereza nota Tomàs per qualcosa che "lo elevava: teneva sul tavolo un libro aperto. In quel bar nessuno aveva mai aperto un libro sul tavolo...Contro il mondo della volgarità che la circondava, essa aveva infatti un'unica difesa: i libri che prendeva in prestito alla biblioteca comunale...Essi rappresentavano per lei ciò che il bastone da passeggio rappresentava per un dandy del secolo scorso. La distinguevano dagli altri" (p. 55).

Quando ero molto giovane, per farmi notare da qualche ragazza interessata ai libri come me mi facevo vedere leggere un libro buono

 

Bologna 27 gennaio 2023 ore 16, 32 giovanni ghiselli

p. s.

Il catalogo è questo

Sempre1316824

 

 

 



[1]Durante la centoventiquattresima Olimpiade (284-280 a. C.), racconta lo stesso Polibio facendo la storia della lega Achea (II, 41 e sgg.), Patre e Dime cominciarono a unirsi in una lega. Patre è l'odierna Patrasso dove approdano la maggior parte dei traghetti sui quali ci si imbarca in Italia per andare in Grecia. E', ovviamente, in Acaia, come Dime.

[2]D. Musti, Storia greca , p. 739.

[3]L. Canfora, Storia Della Letteratura Greca , p. 515.

[4]Capp. XIV e XV.

[5]In Tessaglia, dove i Romani condotti da Tito Quinzio Flaminino, la cui Vita Plutarco mette in parallelo con quella di Filopemene,  avevano sconfitto Filippo V di Macedonia nel 197 a. C. Allora gli Achei, ripudiata l'alleanza con Filippo, votarono di combattere insiema ai Romani contro di lui (" jAcaioi; de; th;n Fivlivppou summacivan ajpeipavmenoi polemei'n ejyhfivsanto meta; jRwmaivwn pro;" aujtovn", Vita di Flaminino , 5). 

[6]D. Musti, op. cit., p. 831.

[7]L. Canfora, op. cit., p. 518.

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