NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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martedì 31 gennaio 2023

Nietzsche 96. Valore naturale dell’egoismo.

Nietzsche 96 Crepuscolo degli idoli Scorribande di un inattuale 33.

Valore naturale dell’egoismo.

 

“L’egoismo ha tanto valore quanto ne ha, fisiologicamente, colui che lo possiede: può valere moltissimo, può essere di nessun valore o spregevole”

 

Faccio un esempio di ricerca del successo non senza sventura, insomma di egoismo tutt’altro che spregevole: Tiresia dice a Edipo: “questo destino ti ha rovinato”. Sarebbe il successo contro la Sfinge. Al sacerdote il re di Tebe risponde : Ma se ho salvato questa città, non importa- “ajll j eij povlin thvnd  j ejxevsws j , ouj moi mevlei ” (Sofocle, Edipo re, 442-443)

Il verso 443 anticipa la trasfigurazione del dolore in bellezza e in vantaggio della comunità, compiuta attraverso l'accettazione del destino da parte del figlio di Laio.

 

Ma torniamo a Nietzsche: “In base a ciò si può giudicare, di ogni individuo, se egli rappresenta la linea ascendente o discendente della vita. Una volta stabilito questo, si ha anche il canone di quello che vale il suo egoismo. Se egli rappresenta l’ascendere della linea, il suo valore è realmente straordinario,-e per amore della vita nella sua totalità, che con lui compie un passo avanti, dovrà essere estrema la cura per mantenere o perfino creare il suo optimum di condizioni”.

 

Avanti è la parola chiave. Significa non tanto lo sviluppo in senso economico e di potere quanto il progresso in senso etico, estetico e di potenza per usare una terminologia che riprendo da Pasolini.

 

Torniamo a Nietzsche: “Il singolo, l’”individuo”, come sinora lo hanno inteso popoli e filosofi, è anzi un errore: di per sé non è nulla, non un atomo, non un “anello della catena”, nulla di semplicemente ereditato da prima, -egli è l’intera unica linea. Uomo sino a lui stesso”.

 

E’ l’impolitico di cui parla il Pericle di Tucidide ( II 40, 2): un individuo inutile alla comunità. L’ inutile a parer mio è anche dannoso.

 

“Se rappresenta lo sviluppo discendente, la decadenza, la degenerazione cronica, la malattia (-le malattie sono, in complesso, già conseguenze e non cause della decadenza) non gli spetta molto valore, e la più ovvia equità vuole che porti via il meno possibile ai ben riusciti. E’ semplicemente il loro parassita”.

 

Si può e si deve aiutare chi ha bisogno secondo me. Purché non mi sottragga il tempo necessario al progresso. Nel progredire, nell’andare appunto avanti, metto la possibilità, anzi la vera potenza che è quella di aiutare gli altri. Così interpreto Nietzsche e me stesso.

 

Bologna 31 gennaio 2022 ore 11, 40, giovanni ghiselli

p. s.

 Sempre1318091

 

 

 

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