Nietzsche 96 Crepuscolo degli idoli Scorribande di un inattuale 33.
Valore naturale dell’egoismo.
“L’egoismo ha tanto valore quanto ne ha, fisiologicamente, colui che lo possiede: può valere moltissimo, può essere di nessun valore o spregevole”
Faccio un esempio di ricerca del successo non senza sventura, insomma di egoismo tutt’altro che spregevole: Tiresia dice a Edipo: “questo destino ti ha rovinato”. Sarebbe il successo contro la Sfinge. Al sacerdote il re di Tebe risponde : Ma se ho salvato questa città, non importa- “ajll j eij povlin thvnd j ejxevsws j , ouj moi mevlei ” (Sofocle, Edipo re, 442-443)
Il verso 443 anticipa la trasfigurazione del dolore in bellezza e in vantaggio della comunità, compiuta attraverso l'accettazione del destino da parte del figlio di Laio.
Ma torniamo a Nietzsche: “In base a ciò si può giudicare, di ogni individuo, se egli rappresenta la linea ascendente o discendente della vita. Una volta stabilito questo, si ha anche il canone di quello che vale il suo egoismo. Se egli rappresenta l’ascendere della linea, il suo valore è realmente straordinario,-e per amore della vita nella sua totalità, che con lui compie un passo avanti, dovrà essere estrema la cura per mantenere o perfino creare il suo optimum di condizioni”.
Avanti è la parola chiave. Significa non tanto lo sviluppo in senso economico e di potere quanto il progresso in senso etico, estetico e di potenza per usare una terminologia che riprendo da Pasolini.
Torniamo a Nietzsche: “Il singolo, l’”individuo”, come sinora lo hanno inteso popoli e filosofi, è anzi un errore: di per sé non è nulla, non un atomo, non un “anello della catena”, nulla di semplicemente ereditato da prima, -egli è l’intera unica linea. Uomo sino a lui stesso”.
E’ l’impolitico di cui parla il Pericle di Tucidide ( II 40, 2): un individuo inutile alla comunità. L’ inutile a parer mio è anche dannoso.
“Se rappresenta lo sviluppo discendente, la decadenza, la degenerazione cronica, la malattia (-le malattie sono, in complesso, già conseguenze e non cause della decadenza) non gli spetta molto valore, e la più ovvia equità vuole che porti via il meno possibile ai ben riusciti. E’ semplicemente il loro parassita”.
Si può e si deve aiutare chi ha bisogno secondo me. Purché non mi sottragga il tempo necessario al progresso. Nel progredire, nell’andare appunto avanti, metto la possibilità, anzi la vera potenza che è quella di aiutare gli altri. Così interpreto Nietzsche e me stesso.
Bologna 31 gennaio 2022 ore 11, 40, giovanni ghiselli
p. s.
Sempre1318091
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