NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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mercoledì 11 gennaio 2023

Nietzsche 46. Conclusioni stravaganti del primo file


 

Previsioni

 

In Aurora (del 1881) l’autore auspica l’emigrazione dall’Europa degli operai locali stanchi della loro schiavitù, e l’immigrazione dei Cinesi: “questi porterebbero seco la maniera di vivere e di pensare che si conviene a laboriose formiche. Sì, essi potrebbero nel complesso aiutare a infondere nel sangue di questa inquieta ed estenuantesi Europa qualcosa della placidità e contemplatività asiatica e-quel che è soprattutto necessario-qualcosa dell’asiatica solidità[1].

 

L’arte.

Contro l’arte delle opere d’arte. L’arte deve soprattutto e innanzitutto abbellire la vita, cioè rendere noi stessi sopportabili e se è possibile graditi agli altri: con questo compito davanti agli occhi , essa ci modera e ci tiene a freno, crea forme di relazione, lega i non educati a leggi di convenienza, di pulizia, di cortesia, del parlare e tacere al tempo giusto   L’arte deve far brillare ciò che è significativo fra ciò che è inevitabilmente o invincibilmente  brutto”[2].

Contraddizioni

“ “Con il suo amico, il musico Peter Gast, si scusa della continua polemica con il cristianesimo: è proprio il cristianesimo, egli dice, il miglior esempio di vita spirituale che egli abbia veramente conosciuto. Infine egli è pur il discendente di intere generazioni di sacerdoti cristiani e crede nel “suo cuore di non essere mai stato volgare con il cristianesimo”. No, ma con voce quasi soffocata dall’ira lo ha chiamato “l’eterna macchia d’infamia dell’umanità (…)  Alla sua biografia egli, l’anticristo, dà il titolo più cistiano: Ecce homo”.”[3].

“ Su Wagner ha detto cose tali che poi si stenta a credere ai propri sensi  quando in Ecce homo improvvisamente parla dell’ora sacra in cui Wagner morì a Venezia. Come mai, ci chiediamo, lacrime agli occhi? Come mai quest’ora della morte può diventare a un tratto sacra, se Wagner era quel turpe istrione, quel corrotto corruttore, come Nietzsche lo ha descritto centinaia di volte?”[4].

L’estetismo.

“Bisogna smettere di giudicar Nietzsche come uno scrittore di aforismi, pivo d’un centro unitario: la sua filosofia, come quella di Schopehauer, è un sistema completamente omogeneo, che si sviluppa da una sola idea centrale. Ma questa idea centrale da cui muove la sua filosofia è invero di natura radicalmente estetica, e perciò la sua visione del mondo deve trovarsi necessariamente in contrasto con il socialismo. In fondo esistono soltanto due mentalità e due atteggiamenti spirituali: l’estetico e l’etico, e la visione socialista del mondo è strettamente morale. Nietzsche è invece l’esteta più completo, più radicale che la storia dello spirito conosca e la sua premessa la vita potersi giustificare solo come fenomeno estetico, si applica letteralmente a lui, alla sua vita, alla sua opera filosofica e poetica. Essa infatti si può giustificare, comprendere, onorare soltanto come fenomeno estetico”[5].

“E’ cosa abbastanza strana, per quanto ben comprensibile, che la prima forma in cui lo spirito europeo si è ribellato all’età borghese sia stato l’estetismo. Non a caso ho nominato insieme Nietsche e Wilde come ribelli, e propriamente ribelli in nome della bellezza”[6].

Non è cosa poi tanto strana dato che l’età borghese ha fatto spesso strame della bellezza.

 

Presentimenti di fascismo.

Nietzsche “ha presentito con i suoi filosofemi della potenza il sorgere dell’imperialismo e con le vibrazioni del suo ago magnetico  ha preannunziato l’era fascista dell’Occidente, era in cui viviamo e vivremo lungo tempo, nonostante la vittoria militare sul fascismo”[7].

Dell’imperialismo del resto Nietzsche “non ha capito nulla. Come avrebbe potuto altrimenti mostrare a ogni passo il suo disprezzo per lo spirito commerciale e mercantile, che egli ritiene pacifista, e contrapporgli, esaltandolo, lo spirito eroico, lo spirito militare? L’alleanza tra militarismo e industrialismo, la loro unità politica in cui consiste l’imperialismo, cioè lo spirito di lucro che fa le guerre, questo il “radicalismo aristocratico” di Nietzsche non l’ha mai veduto”[8].  

Populismo in Nietzsche .

“Il suo wagnerismo giovanile significa soprattutto la fine della cultura del Rinascimento, di questa grande epoca borghese, e l’avvento di un’arte ugualmente fatta per grandi e umili, non più sublime beatitudine di pochi eletti, ma aperta al cuore di tutti”[9].

 

La pazzia

“La sua mente si spezzò nella pazzia il 3 gennaio 1889”[10].

Quando, al principio del 1889, da Torino e da Basilea si diffuse la notizia del crollo mentale di Nietzsche, forse più di uno di coloro che, dispersi per l’Europa, già avevano avuto sentore della fatale grandezza dell’uomo, avrà ripetuto fra sé il lamento di Ofelia

O, what a noble mind is here o’erthrown ![11]

Dal solitario di Sils Maria muove un fascino simile a quello che si sprigiona dal malinconico principe di Danimarca.

Nietzsche fece la fine del martire sulla croce del pensiero

Bologna 11 gennaio 2022

giovanni ghiselli

ho concluso la revisione di uno dei miei file su Nietzsche. Ne ho diversi altri. Se c’è interesse, li aggiungerò.

p. s.

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[1] Aurora, libro terzo, 206

[2] Umano, troppo umano II, Opinioni e sentenze diverse, 174.

[3] T. Mann. La filosofia di Nietzsche in Nobiltà dello spirito, p. 811.

[4] T. Mann. Op e p.citate.

[5] T. Mann,  La filosofia di Nietzsche in Nobiltà dello spirito, pp.837 -838

[6] T. Mann, Op. cit., p. 838.

[7] T. Mann, Op. cit., p. 832.

[8] T. Mann, Op. cit., p. 833-834.

[9] T. Mann, Op. cit., p. 835

[10] S. Giametta, Nietzsche, Il  pensiero come dinamite, p. 56.

[11] Amleto, III, 1. O quale nobile mente è qui andata in rovina!

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