Contro i dogmatismi e gli odi teologici che ora con la guerra stanno tornando in auge, con tanto di roghi, per lo meno di parole, nei confronti di chi ha e propone dei dubbi, cito tre versi che l’eterno cercatore Euripide attribuisce a Ecuba.
Nel terzo episodio delle Troiane, la vecchia regina che ha visto distruggere Troia e ammazzare i suoi cari, si rivolge a Zeus invocandolo con le parole simile a quelle usate dal coro nella parodo dell’Agamennone di Eschilo[1]
: “ w\ gh'" o[chma kajpi; gh'" e[cwn e{dran - o{sti" pot j ei\ suv, dustovpasto" eijdevnai- Zeuv" ei[t j ajnavgkh fuvseo~ ei[te nou`~ brotw`n- proshuxavmhn se) (Troiane, 884-887 ) , o sostegno della terra, e che sulla terra hai sede,- chiunque mai tu sia, difficile da conoscere- Zeus, sia necessità di natura sia intelligenza dei mortali, a te rivolgo una preghiera.
Bologna 10 aprile 2022 ore 19, 57
Giovanni ghiselli
p.s
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