venerdì 8 aprile 2022

Le nozze. Antifemminismo I parte


L’antifemminismo e la difesa delle donne nella Medea di Euripide

 

Nella poesia arcaica e classica restare a[gamoi o essere malsposati è una maledizione; nell'Odissea infatti (VI, 180-185) Ulisse per benedire e compiacere Nausicaa le augura un marito con il quale andare d'accordo, il che è il bene supremo:"soi; de; qeoi; tovsa doi'en o{sa fresi; sh'/si menoina'/"-a[ndra te kai; oi\kon kai; oJmofrosuvnhn ojpavseian-ejsqlhvn: ouj me;n ga;r tou' ge krei'sson kai; a[reion,-h]  o{q j oJmofronevonte nohvmasin oi\kon e[chton-ajnh;r hjde; gunhv: poll j a[lgea dusmeneevssi,-cavrmata d j eujmenevth/si: mavlista dev t j e[kluon aujtoiv", gli dei ti diano tante cose quante desideri nell'animo tuo/un marito e una casa ti concedano, e la concordia/preziosa: infatti non c'è cosa preferibile e migliore di questa,/ quando con pensieri armonizzati reggano la casa/ il marito e la moglie: molto dispiacere per i malevoli,/e gioia per i benevoli; ma soprattutto ne hanno buona fama loro stessi.

 

   Esiodo attribuisce a Zeus la volontà di punire l'uomo facendo plasmare la donna da Efesto: "Aujtivka d j ajnti; puro;" teu'xen kako;n ajnqrwvpoisi", subito in cambio del fuoco preparò un malanno per gli uomini, Teogonia, v.570; e, poco più avanti:"w{" d j au[tw" a[ndressi kako;n qnhtoi'si gunai'ka"-Zeu;" uJyibremevth" qh'ke, xunhvona" e[rgwn-ajrgalevwn", nello stesso modo Zeus altitonante ha posto per gli uomini mortali le donne come malanno, partecipi di opere moleste vv.600-601. Tuttavia il poeta di Ascra arriva  a consigliare una buona moglie –kednh;n ( …) a[koitin- v.608) a chi non voglia precipitare nella funesta vecchiaia privo di assistenza:" o{" ke gavmon feuvgwn kai; mevrmera e[rga gunaikw'n-mh; gh'mai ejqevlh/, ojloo;n d j ejpi; gh'ra" i{khtai-chvtei ghrokovmoio", chi fuggendo le nozze e le opere penose delle donne, non voglia sposarsi, giunge alla funesta vecchiaia con la mancanza di uno che si prenda cura dell'età avanzata (vv.603-605).

 

Esiodo dunque che pure è il padre della  considerazione malevola delle donne, riconosce però che l'uomo ha bisogno di questa creatura complementare e che, se non sbaglia la scelta della compagna, può evitare i dolori infiniti. Nella Teogonia  dopo avere definito la donna "bel malanno" (kalo;n kakovn, v. 585) e "inganno scosceso" ( dovlon aijpuvn, v. 589) deve comunque ammettere che evitare le nozze significa prima evitare la seccatura di una donna ma  poi soffrire la mancanza di un aiuto nella vecchiaia, morire solo, lasciando che la propria ricchezza finisca nelle mani di lontani parenti o perfino di estranei.

Alla fine dei conti chi sceglie una buona moglie, saggia e premurosa, compensa il male con il bene (v. 609), chi invece si imbatte in una femmina di stirpe funesta, vive con un'angoscia costante nel petto, nell'animo e nel cuore, e il suo male è senza rimedio (vv. 610-612).

Si tratta del male dato agli uomini ajnti; purov" (v. 570) in cambio del fuoco.

 

Nel poema agricolo l'autore torna sul mito della femmina capostipite.

Questa prima donna esiodea, chiamata Pandora poiché tutti gli dèi le avevano fatto un dono, questo inganno scosceso e senza rimedio ("dovlon aijpu;n ajmhvcanon" Opere e giorni , v. 83), accolto incautamente da Epimeteo invano messo in guardia da Prometeo, diffuse mali e malattie sulla terra e sul mare togliendo il coperchio all'orcio (pivqou mevga pw'ma, v. 94) dove le sciagure erano rinchiuse, sicché ora :"pleivh  me;n ga;r gai'a kakw'n, pleivh de; qavlassa", v. 101, piena è la terra di mali e pieno il mare. Nel vaso, sul quale infine Pandora ripose il coperchio per volere di Zeus, rimase solo la Speranza (Mouvnh d j  aujtovqi  jElpiv", v. 96). Considerato forse un male anche lei.

 

A questo punto il mito della prima donna si collega a quello dell'età dell'oro.

La storia del decadimento dall'aurea stirpe primigenia (cruvseon me;n prwvtista gevno", v. 109) a quella finale, e attuale, ferrigna ( nu'n ga;r dh; gevno" ejsti; sidhvreon, v. 176), prende l'avvio dal racconto dei mali conseguiti alla mossa, malaccorta o malvagia, di Pandora, questa Eva dei Greci.  Il fratello dell'autore, Perse, dunque deve stare attento a non lasciarsi ingannare da una donna pugostovlo"[1], dalle natiche agghindate, che mentre fa moine seducenti mira al granaio (vv. 373-374).

Anche nel poema più recente del resto l'autore non esclude che l'uomo accorto possa scegliersi una compagna brava:  non può esserci migliore acquisto[2] di una moglie buona, come non c'è nulla di più raccapricciante di una sposa cattiva (Opere , vv. 702-703). 

 

 

Sulla linea di Odisseo, è la nutrice della Medea  di Euripide. Ella invero riduce l'auspicio del figlio di Laerte a cosa più modesta, e considera già grande fortuna il  fatto che l'uomo e la donna non siano in disaccordo:"h{per megivsth givgnetai swthriva-o{tan gunh; pro;" a[ndra mh; dicostath'/", che è la salvezza massima,/quando la donna non sia in disaccordo con l'uomo (vv.14-15).

 

Sappiamo tutti quanto male andrà a finire il rapporto coniugale analizzato in questa tragedia la quale presenta un matrimonio fallito già nel prologo; ma non è che negli altri drammi dello stesso autore si trovino approvazioni delle nozze: nemmeno laddove la moglie, Alcesti, è di gran lunga la migliore delle donne sotto il sole ("gunhv t j ajrivsth tw'n ujf j hJlivw, makrw'/",v.151) il coro, ossia il poeta, si sente di affermare che il matrimonio sia fonte di gioia:"ou[pote fhvsw gavmon eujfraivnein-plevon h] lupei'n, toi'" te pavpoiqen-tekmairovmeno" kai; tavsde tuvca"-leuvsswn basilevw", o{sti" ajrivsth"-aplakw;n ajlovcou th'sd j ajbivwton-to;n e[peita crovnon bioteuvsei", non dirò mai che le nozze rechino gioia più che sofferenza, congetturandolo dal passato e osservando questa sorte del re il quale, perduta questa moglie ottima, vivrà d'ora in avanti un tempo che non è vita (vv.238-243).

Quando la moglie è ottima dunque, il matrimonio e l'amore trovano l’alienazione della morte, e non ci sarebbe stato rimedio se non fosse passato dalla Tessaglia Eracle diretto in Tracia a compiere una delle sue fatiche.

 

 Quando la femmina umana è sleale come la presenta il malevolo Esiodo, non solo nella Teogonia , ma anche nelle Opere ("o{" de; gunaiki; pevpoiqe, pepoiq j  o{ ge fhlhvth/sin", v. 375 chi si fida di una donna, si fida dei ladri), allora il malcapitato che le dà fiducia, diventa cornuto e assassino, come il povero Eufileto difeso da Lisia nella nota orazione giudiziaria Per l'uccisione di Eratostene.

In un primo tempo lo sposo la sorvegliava, ma dopo la nascita del bambino le dava fiducia e le affidava tutto, pensando che questo fosse il vincolo familiare più grande("ejpeidh; de; moi paidivon givgnetai, epivsteuon h[dh kai; pavnta ta; ejmautou' ejkeivnh/ parevdwka, hjgouvmeno" tauvthn oijkeiovthta megivsthn ei\nai",6); ebbene quella donna che sembrava, al pari di Alcesti, la migliore di tutte ("beltivsth pasw'n",7) approfittò del funerale della suocera per trovarsi un ganzo che poi riceveva furtivamente nel talamo coniugale. Finché Eufileto, il marito poi difeso da Lisia, se ne acorrse e ammazzò il drudo ejpi; davmarti.

 

Naturalmente non mancano le lamentele delle donne sugli uomini. Sono i seduttori a raccogliere i biasimi più aspri. Uno è Giasone che anche il nostro Dante ficca nell'Inferno (XVIII,86-96) perché ha ingannato le femmine umane: la giovinetta  Isifile che lasciò "gravida, soletta", e Medea  naturalmente, la barbara spalleggiata dal coro formato da donne corinzie che nel Primo Stasimo cantano

 

 

Prima strofe  (vv. 410-420)

Verso l'alto scorrono le sorgenti dei sacri fiumi,

e giustizia e ogni diritto a rovescio si torcono.

Sono di uomini i consigli fraudolenti, e la fede

negli dèi non è più ferma.

La fama

cambierà la mia vita al punto che avrò gloria:

arriva onore alla razza delle donne;

non più una rinomanza infamante screditerà le donne.

 

Prima antistrofe  (vv. 420-430)

E le Muse degli antichi poeti smetteranno

di celebrare la mia infedeltà.

Mou'sai de; palaigenevwn lhvxous j jajoidw'n-ta;n ejma;n uJmneu'sai ajpistosuvnan",

Infatti Febo signore del canto

 non accordò nel nostro spirito

suono ispirato di lira: poiché avrei intonato un inno di risposta

alla razza dei maschi. Una lunga età ha

molte cose da dire sul nostro ruolo e quello degli uomini

(Euripide, Medea, vv. 410-  430)  

 

Altro seduttore seriale è Teseo la cui vittima, la povera Arianna che gli aveva salvato la vita, e,  fuggita con lui  era stata abbandonata,"deserto in litore ", disse tra lamenti di morte e freddi singhiozzi :"nunc iam nulla viro iuranti femina credat ", oramai nessuna donna creda più ai giuramenti di un uomo (Catullo ,64,v.143)".

 

Bologna 8 aprile 2022 ore 11, 41

giovanni ghiselli

 

p. s.

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[1] Formato da pughv, deretano  e stevllw, agghindo.

[2] "La casa, il bove e la moglie sono i tre elementi fondamentali della vita del contadino in Esiodo, Opp. 405 ( citato da Aristotele, Pol. I 2, 1252 b 10, nella sua famosa trattazione economica). In tutta la sua opera Esiodo considera l'esistenza della donna da un punto di vista economico, non solo nella sua versione della storia di Pandora, con cui vuole spiegare l'origine del lavoro e della fatica tra i mortali, ma anche nei precetti sull'amore, il corteggiamento e il matrimonio (ib. 373, 695 ss.; Theog. 590-612)".  W. Jaeger, Paideia 1, p. 63, n. 24..

 

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