Dialogo e diplomazia sono parole dal significato vero capovolto dai fatti.
E’ il “sinistro carnevale, mondo a rovescio, in cui è necessario lottare con ogni mezzo per superarsi e in cui nessuna neutralità è ammessa. Così appare, a Corcira, per la prima volta tra gli Elleni, la più feroce di tutte le guerre (Tucidide, III, 82-84)"[1].
A Tucidide aggiungo Sallustio
:"iam pridem equidem nos vera vocabula rerum amisimus: quia bona aliena largiri liberalitas, malarum rerum audacia fortitudo vocatur, eo res publica in extremo sita est " (52, 11), già da tempo veramente abbiamo perduto la verità nel nominare le cose: poiché essere prodighi dei beni altrui si chiama liberalità, l'audacia nel male, coraggio, perciò la repubblica è ridotta allo stremo.
Si fa di tutto per impedire il dialogo e ostacolare la diplomazia.
L’ultimo ordine ricevuto dal nostro governo, e subito eseguito, è stato quello di cacciare dall’Italia diversi diplomatici russi.
Torna in auge il catechismo imperialistico suggerito dal pater Anchises:
“Tu regere imperio populos, Romane, memento.
Hae tibi erunt artes, pacisque imponete morem,
parcere subiectis et debellare superbos” (Eneide, VI, 851-853).
Chi sono i superbi? Quanti si ribellano alla potenza dominante. Non sappiamo ancora qual è. Russia e USA combattono per delega, by deputy, al fine di dominare l’Europa con totale incuria della vita degli Europei.
Il Papa ha denunciato tale volontà di potenza e ci ha messo in guardia dal naufragio che oramai qui da noi è dappertutto come nell’Italia di Petronio:"si bene calculum ponas, ubique naufragium est " (115, 17).
Ebbene a tale pretesa di dominio oppongo le parole di Calgaco, il capo dei Calcedoni ribelli ai Romani: “:"Raptores orbis, postquam cuncta vastantibus defuere terrae, mare scrutantur: si locuples hostis est, avari, si pauper, ambitiosi, quos non Oriens, non Occidens, satiaverit: soli omnium opes atque inopiam pari adfectu concupiscunt. Auferre trucidare rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant" (Tacito, Agricola, 30).
La mia generazione citava ubi solitudinem faciunt, pacem appellant contro i massacri del Vietnam. E’ tempo di ricordarle, di nuovo.
Bologna 6 aprile 2022 ore 9, 51
giovanni ghiselli
p. s.
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