NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

Ciclo di incontri alla biblioteca «Ginzburg». Protagonisti della storia antica

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martedì 5 aprile 2022

Pasolini. VI parte

Assenza di cultura e carenza di identità
Pasolini associa l’assenza di cultura alla droga: “Perché ci si droga? Non lo capisco, ma in qualche modo lo spiego. Ci si droga per mancanza di cultura (…) E’ chiaro che chi si droga lo fa per riempire un vuoto, un’assenza di qualcosa, che dà smarrimento, angoscia. E’ un sostituto della magia. I primitivi sono sempre di fronte a questo vuoto terribile, nel loro interno”[1]
L’incolto ha un’identità gregaria ed è terrorizzato dall’idea di perderla. Il borghese fonda la propria identità sul denaro e ha una grande paura che glielo portino via. La cultura conferisce un’identità nom espropriabile.

La scuola
Sentiamo Pasolini su che cosa è un maestro. Non è un travet, non è solo un professore, sia pure universitario. “Longhi era sguainato come una spada. Parlava come nessuno parlava. Il suo lessico era una completa novità”. Il grande maestro “si poneva come alternativa alla realtà fino a quel momento conosciuta”[2]. 
 
Omosessualità e tolleranza
Pasolini associa la pedagogia all’amore come eros: “Inoltre, il libertinaggio non esclude affatto la vocazione pedagogica. Socrate era libertino: da Liside a Fedro, i suoi amori per i ragazzi sono stati innumerevoli. Anzi, chi ama i ragazzi, non può che amare tutti i ragazzi (ed è questa, appunto, la ragione della sua vocazione pedagogica)”[3]. Queste parole fanno parte di un discorso sulla omosessualità che è stata a lungo considerata un atto contro natura, perfino un crimine. Ma in tempi recenti l’omosessualità è entrata “nel contesto della nascente tolleranza (esistenzialmente in pratica già affermata, anche se le leggi al solito sono in ritardo): tolleranza che riguarda i rapporti eterosessuali (contraccettivi, aborto, relazioni extramatrimonial, divorzio - per quel che riguarda l’italia - rapporto sessuale tra adolescenti); agganciando poi tutto questo al problema politico delle minoranze. Io non credo che l’attuale forma di tolleranza sia reale. Essa è stata decisa “dall’alto”: è la tolleranza del potere consumistico, che ha bisogno di un’assoluta elasticità formale nelle “esistenze” perché i singoli divengano buoni consumatori. Una società spregiudicata, libera, in cui le coppie e le esigenze sessuali (eterosessuali) si moltiplichino, è di conseguenza avida di beni di consumo[4].
 
Il potere dei consumi
Il potere che impone i consumi è il più pervasivo e il più difficile da confutare.
Tanto più che" il potere e il mondo che, pur non essendo del potere, tiene rapporti pratici col potere, ha escluso gli intellettuali liberi - proprio per il modo in cui è fatto - dalla possibilità di avere prove e indizi (…) Il coraggio intellettuale della verità e la pratica politica sono due cose inconciliabili in Italia (…) Ma non esiste solo il potere: esiste anche un’opposizione al potere. In Italia questa opposizione è così vasta e forte, da essere un potere essa stessa: mi riferisco al Partito comunista italiano. E’ certo che in questo momento la presenza di un grande parito all’opposizione come il partito comunista italiano è la salvezza dell’Italia e delle sue povere istituzioni democratiche. Il Partito comunista è un paese pulito in un paese sporco, un paese onesto in un paese disonesto, un paese intelligente in un paese idiota, un paese colto in un paese ignorante, un paese umanistico in un paese consumistico"[5].
 
Consumismo e conformismo 
I poteri più forti sono quello dei consumi imposto da una concezione edonistica della vita, e quello del conformismo: “le cose si sono aggravate dal ’68 in poi. Perché da una parte il conformismo, diciamo così, ufficiale, nazionale, quello del “sistema”, è divenuto infinitamente più conformistico dal momento che il potere è divenuto un potere consumistico, quindi infinitamente più efficace - nell’imporre la propria volontà - che qualsiasi altro potere al mondo. La persuasione a seguire una concezione “edonistica” della vita (e quindi a essere dei bravi consumisti) ridicolizza ogni precedente sforzo autoritario di persuasione: per esempio quello di seguire una concezione religiosa o moralistica della vita”[6].
 
Il banchetto sconcio della borghesia
“Il lettore non abituato a queste discussioni per intendere il rapporto società-cultura, immagini una specie di banchetto, in cui la borghesia mangia a quattro palmenti, invitando al suo tavolo i cuochi (gli intellettuali) e gettando qualche osso ai cani ed ai mendicanti (i proletari); quell’osso sarebbe poi, per dare un esempio, l’anticomunismo ed il clericalismo. Finché durerà questo banchetto, i proletari dovranno accontentarsi dei rimasugli delle pietanze, e gli intellettuali, per mangiare le loro pietanze, dovranno essere i cuochi dei capitalisti. L’esempio è un po’ strambo, ma dà all’incirca l’idea di come stanno le cose”[7].

 
Bologna 5 aprile 2022 ore 18, 13
giovanni ghiselli

p. s.
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[1] Saggi sulla politica e sulla società, I Meridiani, Mondatori, Milano 1999, p. 1168.
[2] P. P. Pasolini, Saggi sulla letteratura e sull’arte, p. 2594
[3] Scritti corsari, p. 258.
[4]Scritti corsari, p. 259
[5] Scritti corsari , pp. 113-114
[6] P. P. Pasolini, Lettere Luterane, p. 21.
[7] P. P. Pasolini, Un intervento rimandato (marzo 1949), in Pasolini Saggi sulla politica e sulla società, p. 83.

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