NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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domenica 24 aprile 2022

Imperialismo rinunciatario e imperialismo velleitario.


 

Tacito presenta due tipi di imperialismo: uno rinunciatario e uno velleitario.

 

Il primo si trova nella Germania del 98 d. C.

Leggiamone alcune parole: “urgentibus imperii fatis nihil iam praestare maius fortuna potest quam hostium discordiam” (Germania, 33)

 

L’Occidente in decadenza  programma e scatena delle guerre.

 

Tacito conta sulle guerre fratricide tra i Germani che i Romani non hanno mai vinto del tutto e domato

Tam diu Germania vincitur (…) Nam proximis temporibus magis triumphati quam victi sunt” (Germania 37).

Si riferisce a campagne militari di Domiziano non risolutive (83-85).

 

Il pericolo delle popolazioni nordiche è segnalato già da Sallustio, che pur confonde i Germani con i Celti, nell'ultimo capitolo (114) del Bellum Iugurthinum (composto tra il 43 e il 40 a. C.):"Per idem tempus[1] advorsum Gallos ab ducibus nostris Q. Caepione et Cn. Manlio male pugnatum: quo metu Italia omnis contremuit. Illimque usque ad nostram memoriam Romani sic habuere: alia omnia virtuti suae prona esse; cum Gallis pro salute, non pro gloria certari ", nel medesimo tempo i nostri comandanti combatterono male contro i Galli e tutta l'Italia ne tremò di paura. Da allora fino ai nostri giorni i Romani pensarono che tutto il resto fosse prono al loro valore; con i Galli si lottava per la salvezza non per la gloria.

 

 

 

I nostri commentatori tipo Caprarica o la de Micheli continuano a dire che  l’Occidente è prossimo al trionfo su Putin il quale ha già perso la guerra e basta dargli il colpo di grazia.

 

Santo Mazzarino  fa notare  il successivo imperialismo velleitari di Tacito.

Quando " Traiano s'è distinto nelle due guerre daciche[2] (del 101-102 e 105-107)", c'è negli Annales "un imperialismo velleitario, che pretende la sottomissione piena dei Germani, e rimprovera a Tiberio il richiamo di Germanico"[3].

 

L'imperatore fermò il nipote (15 a. C.-19 d. C.), figlio di suo fratello Druso e di Antonia minore,  figlia di Marco Antonio il triumviro, e di Ottavia sorella di Ottaviano.

 

Tiberio dunque fermò il nipote: doveva lasciare i Germani alle loro discordie interne “Posse (…) quoniam Romanae ustioni consultum esset, internis discordiis relinqui” (Tacito, Annales, II, 26).

 

Germanico chiese un altro anno efficiendis coeptis ma Tiberio non glielo concesse offrendogli il consolato per compensarne l’ambizione.

Sicché “Germanicus haud cunctatus est ultra quamquam fingi ea , seque per invidiam parto iam decori abstrahi intellegeret”.

Ora i contentini di quanti aizzano i combattenti e inviano armi consistono in misere poltrone prive di potere, asservite ad altri poteri.

 

Note

[1] Ottobre 105 a. C.

2La Dacia (corrispondente grosso modo all'attuale Romania) fu ridotta a provincia.

3S. Mazzarino, Il Pensiero Storico Classico , II, 1, p. 461.

 

 

Bologna 24 aprile 2022 ore 10, 30

giovanni ghiselli

p. s.

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[1] Ottobre 105 a. C.

[2] La Dacia (corrispondente grosso modo all'attuale Romania) fu ridotta a provincia.

[3]S. Mazzarino, Il Pensiero Storico Classico , II, 1, p. 461.

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