giovedì 28 aprile 2022

La palude Meotide, il mar d’Azov e i sacrifici umani


 

 Socrate prega le Nuvole assai venerande polutivmhtoi Nefevlai e chiede una loro epifania, in parata, agli occhi del contadino Strepsiade-e[lqete tw'/d  j eij" ejpivdeixin (Aristofane, Nuvole, 269).

La richiesta del “maestro” a queste divinità è di giungere sopra il suo pensatoio ateniese.

 

Le nuvole possono provenire da luoghi diversi: “ voi  state sopra le sacre nevose vette dell’Olimpo, o nei giardini del padre Oceano dove guidate le danze sacre in onore delle ninfe, o sulla foce del Nilo dove attingete l’acqua in anfore d’oro, o intorno alle rupi del monte Mimante in Asia minore, h] Maiw`tin livmnhn e[cet j (273) oppure  occupate la palude Meotide.

Venite dunque e porgete ascolto accogliendo  il sacrificio-dexavmenai qusivan (274) liete di questi riti”.

Tale è la preghiera di Scorate.

 

La palude Meotide oggi è il mar d’Azov e i sacrifici richiesti dalle due potenze in guerra, nuvole foriere di ordigni abominosi, portatori di morte e distruzione, sono quelli del popolo ucraino e di tanti giovani russi. Si tratta di riti empi e profani.

C’è anche chi progetta di mandare altre vittime sacrificali sotto quelle nuvole per compiacere le brame imperialistiche di queste orribili divinità sanguinarie.

 

Il buonDio ce ne guardi!

Bologna 28 aprile 2022 ore 17, 26

giovanni ghiselli

p. s

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