Penteo squartato dalle Baccanti Casa dei Vettii, Pompei, I secolo d.C. |
Pasolini sul Movimento Studentesco
“La resistenza e il movimento Studentesco sono le due uniche esperienze democratiche-rivoluzionarie del popolo italiano. Intorno c’è silenzio e deserto: il qualunquismo, la degenerazione statalistica, le orrende tradizioni sabaude, borboniche, papaline. Sia nella Resistenza sia nel Movimento Studentesco, la richiesta di democrazia reale veniva convogliata all’interno di un’idea più vasta: l’idea del socialismo”[2]
Negli “anni di Centro-sinistra, un soffio di democrazia è sia pur stentatamente passato sull’Italia: è anche da questo impercettibile soffio che è nata la ventata del Movimento Studentesco - non come movimento di élite ma come movimento di massa - in quanto gli studenti, nella loro massa, si sono trovati quasi di colpo di fronte alla “coscienza dei propri diritti democratici” (Il caos p. 77)
Pasolini dichiara la sua volontà di non essere padre. “Io come padre vivo in un mondo (diciamo il vecchio mondo umanistico, sia pure in crisi e cosciente della crisi) : mentre essi, i figli vivono in un altro mondo (chiamiamolo post-umanistico, anziché tecnico o tecnologico, o tecnocratico, perché è preferibile, per esattezza, tenersi sulle generali) (Il caos, p. 75
La carità
Pasolini cita la Prima Lettera ai Corinzi di San Paolo: “Restano fede, speranza e carità, queste tre cose: di tutte la migliore è la carità (…) Infatti la carità è pensabile anche di per sé: la fede e la speranza sono impensabili senza la carità: e non sono solo impensabili, ma mostruose. Quelle del nazismo erano fede e speranza senza carità. Lo stesso si dica per la Chiesa clericale” (Il caos, p. 65).
I racconti che ci fanno sulla guerra, aggiungo, sono pieni di esecrazione e condanna indirizzate a una parte sola delle vittime: si tratta sempre di propaganda del tutto priva di carità.
Bologna 8 aprile 2022 ore 19, 22
giovanni ghiselli
p. s.
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[1] Pasolini, Saggi sulla politica e sulla società,p p. 1142-1143
[2] Il caos, p.
59.
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