venerdì 15 aprile 2022

L’affondamento della Moskva.


Si bene calculum ponas, ubique naufragium est

 

La nave che affonda nella letteratura è allegorica e prefigurativa. Come allegoria significa, al di là della lettera, un naufragio generale che riguarda la città o la nazione. Tale è il significato che “s’asconde sotto ’l velame”.

Prefigura dunque un male comune.

Faccio qualche esempio che traggo dal mio commento all’ Edipo re di Sofocle

 

Nel prologo un sacerdote descrive la desolazione di Tebe al re Edipo:

“la città infatti, come anche tu stesso vedi, troppo

già ondeggia-saleuvei- e di sollevare il capo

dai gorghi del flutto insanguinato -foinivou savlou- non è più capace" (vv. 22-24)

 

L’ondeggiare della città è dunque anche metaforico: povli"  è metafora di nau'", nave.

Plutarco nella Vita di Solone racconta che il legislatore ateniese insediò l’Areopago come sovrintendente di ogni atto e custode delle leggi (ejpivskopon pavntwn kai; fuvlaka tw`n novmwn, 19, 2). Il consiglio era formato da ex arconti e venne aggiunto alla boulhv dei 400, pensando che ormeggiata a due consigli come a due ancore, la città sarebbe stata meno soggetta  all’ondeggiamento  (oijovmeno~ ejpi; dusiv boulai`~ oJrmou`san h|tton ejn savlw/ th;n povlin e[sesqai).

 

 

 

La metafora nautica risale al noto frammento di  Alceo (326 LP) riportato con il 56 D. di  Archiloco  e spiegati come allegorie da  Eraclito , non il presocratico, ma uno  stoico della prima età imperiale, autore delle Allegorie omeriche: “  jArcivloco~to;n povlemon eijkavzei tw/' qalattivw/ kluvdwni”, Archiloco paragona la guerra al flutto del mare.

 L'immagine, passata poi attraverso Teognide (Silloge,vv.668-682), Eschilo (I Sette a Tebe,v; 62 e sgg., 208 e sgg.), Antigone (v.163), e le Rane  di Aristofane(v.361), è tovpo" letterario tra i più celebri della letteratura classica.

Riporto tre esempi

Nell’Antigone  di Sofocle, Creonte  entra in scena dicendo

cittadini, gli dèi hanno raddrizzato di nuovo  le sorti della città con sicurezza dopo averle scosse attraverso grandi ondate pollw'/ savlw/ seivsante" (vv- 162-163).

Nell’ Elettra di Sofocle, la figlia di Agamennone, minacciata dal dispotismo scellerato di Egisto, fluttua (saleuvei, v.1074), e piange come il lamentevole usignolo.

 

Nelle Rane di Aristofane, gli iniziati cantano che deve tacere e togliersi dai loro cori tutti gli impuri: chi non pensa al bene dei cittadini ma li istiga e aizza per trarre il proprio guadagno e chi  si lascia corrompere da donativi mentre la città è sconvolta dalla tempesta th'" povlew" ceimazomevnh" a[rcwn katadwrodokei'tai (361)

 

 

Per quanto riguarda i latini,  viene  in mente anche la quattordicesima ode del primo libro di Orazio:" O navis, referent in mare te novi/ fluctus. O quid agis?  fortiter occupa/portum (...) non tibi sunt integra lintea (...) Tu, nisi ventis/debes ludibrium, cave , o nave ti riporteranno in mare nuovi flutti! O che fai? raggiungi il porto senza esitare...hai le vele strappate...Tu stai attenta, se non vuoi diventare zimbello dei venti (vv. 1-3, 9, 15-16).

 

E' interessante la definizione che dà Quintiliano dell'allegoria e l'interpretazione di questa:"Allegoria, quam inversionem interpretantur, aut aliud verbis aliud sensu ostendit aut etiam interim contrarium. Prius fit genus plerumque continuatis translationibus, ut.... segue la citazione delle parole di Orazio citate sopra fino a portum , quindi l'interpretazione:"totusque ille Horatii locus, quo navem pro re publica, fluctus et tempestates pro bellis civilibus, portum pro pace atque concordia dicit ".(Institutio oratoria , VIII, 6, 44), l'allegoria, che interpretano come inversione, o mostra una cosa con le parole, un'altra con il significato generale, o talora il contrario. Il primo genere avviene per lo più con metafore continuate (...) e tutto quel passo di Orazio nel quale egli intende come nave lo Stato, come flutti e tempeste le guerre civili, come porto la pace e la concordia.

  

Non possiamo non ricordare l'invettiva all'Italia del Purgatorio di Dante:"Ahi serva Italia, di dolore ostello,/nave senza nocchiere in gran tempesta,/non donna di province, ma bordello!(VI, 76-78).

 

Scrivo questo oggi siccome il naufragio della Moskva mi fa pensare che sia un avvertimento per noi europei: dai Russi ai Portoghesi.

 E’ tutto il nostro paese con la sua cultura antica con la sua arte e la sua storia che rischia il naufragio.

 Nel Satyricon il vecchio poeta Eumolpo dice:"si bene calculum ponas, ubique naufragium est " (115, 17), se fai bene i conti, il naufragio è dappertutto.

 

Bologna 15 aprile 2022 ore 17, 46

p. s.

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