L’intolleranza e il razzismo. Seconda versione del precedente
Alla TV di Mentana, la 7, questa mattina, una conduttrice, Mirta, poco capace anche di parlare nella lingua degli Italiani non Romani ha detto: “il dubbio è sacrosanto ma dove arriviamo a furia di dubbidare? (sic! )”. Parlare male fa male all’anima. Anche sentir parlare male non fa tanto bene.
Con questa pronuncia sguaiata che ora è tanto di moda e tanto mi spiace, voleva dire che certamente si può dubitare purché però non si arrivi alla critica della versione che è stata imposta a lei e agli altri conduttori come lei, più o meno tutti.
Tale opinione comune per loro è Vangelo.
Ci vorrebbe un poco di rispetto per chi ascolta. Del resto la presidente del senato ha chiamato Pier Paolo Pasolini “Giampaolo o Gian Paolo”, non so come l’abbia scritto.
Costei voleva pure presiedere la nostra Repubblica.
E’ la scuola che non funziona: non insegna più il rispetto delle persone e della lingua.
Poi sulla 7 c’è stata una discussione dove Marco Tarquinio contrastava un tal Ronconi il quale criminalizzava ogni dubbio sulla propaganda faziosa che imperversa nella televisione.
Tarquinio sosteneva giustamente che la guerra fa vittime da tutte le parti e deve essere interrotta non fomentata, caldeggiata e favorita mandando le armi e impedendo la critica alla versione ufficiale.
Vero è che c’è un aggressore e un aggredito, però mandare armi agli aggrediti significa accrescere il numero dei morti ammazzati soprattutto nella popolazione civile della terra invasa.
E, se mi è consentito, se non chiedo troppo, io domando ai benpensanti il permesso di provare dolore e compassione anche per i tanti ragazzi russi mandati in Ucraina, poi bruciati vivi dentro il loro carri armati con le armi inviate anche da noi.
Sono biofilo, non putinofilo.
Tutti quelli che chiedono la pace vengono accusati ora di essere filorussi: vecchi partigiani, religiosi, studiosi e la maggioranza degli Italiani non rispettati dai conformisti dell’informazione.
Quanto a Zelenskj questo presidente continua a dare ordini: non solo ai suoi ballerini che non devono danzare al suono della musica russa, ma perfino al Papa: “Mai con i Russi alla Via Crucis” leggo nel quotidiano “la Repubblica” di oggi, a pagina 12.
Non so se tra i battaglioni dell’esercito ucraino ci siano anche i nazisti. Affermo però che questa seminagione di odio contro la gente e l’arte russa è razzismo.
bologna 13 aprile 2022 ore 17, 55
giovanni ghiselli
p. s
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