Il secondo messo delle Baccanti di Euripide racconta così la furia delle Menadi che dilaniano Penteo:
“Ino intanto compiva l'opera dall'altra parte/lacerandogli le carni, e Autonoe e tutta la truppa/delle Baccanti gli era sopra: era tutto un grido collettivo,/e mentre quello era lì che gemeva con quanto fiato gli restava,/loro urlavano grida di vittoria. Questa portava via un braccio,/quella un piede con lo stesso stivaletto: erano nude/le costole per le lacerazioni: ognuna coperta di sangue/ nelle mani giocava a palla con la carne di Penteo” “pa'sa d j hJ/matwmevnh-cei'ra" diesfaivrize savrka Penqevw"”. (Baccanti, vv. 1129- 1136).
Pasolini ebbe a scrivere:
“Quanti Pentei, nella nostra società…I Pentei italiani sono dei mediocri, dei meschini imbecilli, neanche degni di essere dilaniati dalle Menadi ”[1].
A me ora vengono in mente piuttosto i poveri Ucraini e Russi massacrati dagli ordigni micidiali di cui è piena quella terra, e identifico le menadi, non solo con queste armi ma anche con quanti speculano sulla guerra: affaristi e pure politici, diversi opinionisti e commentatori televisivi che fanno cagnare sconce per prevaricarsi a vicenda, mettersi in mostra, urlando grida indecenti, senza alcuna pietà né rispetto per bambini donne e uomini le cui carni sono ridotte a brandelli dalla tempesta di proiettili lanciati contro di loro dalle armi. E c’è chi vuole mandarne altre ancora. Perché il gioco continui.
Bologna 12 aprile 2022 ore 19, 49
giovanni ghiselli
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