mercoledì 13 aprile 2022

La mia propaganda


 

Alla TV di Mentana, la 7, poco fa, una conduttrice, Mirta, poco capace anche di parlare nella lingua degli Italiani non Romani ha detto: “il dubbio è sacrosanto ma dove arriviamo a furia di dubbidare? (sic)”. Parlare male fa male all’anima. Anche sentir parlare male.

Con questa pronuncia sguaiata che ora è di moda, voleva dire che certamente si può dubitare purché però non si arrivi alla critica della versione che è stata imposta a lei e agli altri conduttori come lei, più o meno tutti.

Ci vorrebbe un poco di rispetto per chi ascolta. Del resto la presidente del senato ha chiamato Pier Paolo Pasolini “Giampaolo” e voleva presiedere la nostra Repubblica.

E’ la scuola che non funziona: non insegna più il rispetto delle persone e della lingua.

Poi  sulla 7 c’è stata una discussione sul dubbio dove Marco Tarquinio contrastava un tal Ronconi il quale criminalizzava ogni dubbio sulla propaganda faziosa che imperversa nella televisione.

Tarquinio sosteneva giustamente che la guerra fa vittime da tutte le parti e deve essere interrotta non fomentata, caldeggiata e favorita mandando le armi e impedendo la critica alla versione ufficiale.

Vero è che c’è un aggressore e un aggredito, però mandare armi agli aggrediti significa accrescere il numero dei morti soprattutto nella popolazione civile della terra invasa.

E, se mi è consentito, io provo dolore e compassione anche per i tanti ragazzi russi  mandati ad aggredire, poi bruciati vivi dentro il loro carri armati con le armi inviate anche da noi.

Sono biofilo, non putinofilo.

Tutti quelli che chiedono la pace vengono accusati ora di essere filorussi: vecchi partigiani, religiosi, studiosi e la maggioranza degli Italiani non rispettati dai media che devono obbedire al volere di altri padroni.

 

Copio qui la mia traduzione dei primi 13 versi dell’Edipo re di Sofocle. Rappresenteranno questo dramma nel teatro greco di Siracusa. Lo presenterò il 9 giugno in un’associazione di Ortigia.

Questa è la mia propaganda

 

Nel prologo entra subito in scena Edipo e dice

“O figli, nuova stirpe dell'antico Cadmo

quali seggi mai sono questi dove state seduti

con i supplici rami incoronati?

La città è piena tanto del fumo dei sacrifici,

quanto di preghiere, quanto di gemiti;

e io che ritengo giusto ascoltare queste disgrazie, o figli, non da messaggeri,

da altri, sono venuto qua in persona,

io noto a tutti, chiamato Edipo.  

Su vecchio, racconta, poiché sei adatto

a parlare per questi: in quale modo siete disposti,

avendo concepito timore oppure amore? Poiché vorrei bastare

io ad aiutarvi in tutto: infatti sarei disumano

se non avessi compassione di tale seduta (vv. 1-13)

 

bologna 13 aprile 2022 ore 12, 05

giovanni ghiselli

p. s

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