L’odio tra le persone e perfino le guerre tra i popoli dipende dal fatto che l’altro, l’estraneo, il soggetto diverso da chi lo osserva con occhio allucinato, viene situato da questo sguardo poco lucido, non dove egli sta realmente ma nell’abisso del proprio interno anch’esso confuso e offuscato.
La nostra democrazia, o il nostro consumismo, o la nostra religione non è esportabile né applicabile a situazioni del tutto diverse. Solo le armi sono esportabili causando morte e mutilazione per molti e profitti enormi, e criminali, per pochi.
Dobbiamo arrivare alla capacità intelligente di osservare l’altro come di fatto è, senza cercare di impedirgli di esserlo.
Ciascuno di noi, se ne ha la forza, vuole diventare quello che è, opponendosi a chi cerca di impedirglielo. “Diventa quello che sei” è il primo degli imperativi cui dobbiamo obbedire. Me lo ha insegnato Pindaro.
Gli Americani hanno provato a sottomettere i Vietnamiti poi i Talebani, e hanno compiuto un genocidio contro i pellerossa che non si lasciavano assimilare a loro, alla loro infelicità.
I Russi ci hanno provato con i Talebani, senza successo.
Nel nostro fare personale, ci capitava, quando eravamo giovani, di voler cambiare, assimilare a noi, cioè sottomettere, le amanti.
Abbiamo sempre fatto dei disastri con tale metodo.
Giusto è quello di osservare l’altro da noi, come si fa con un fenomeno naturale, e lasciare che si sviluppi secondo la sua natura; se poi questa è inconciliabile con la nostra, dobbiamo smettere di frequentarlo. Con tanti saluti!
Bologna 20 aprile 2022 ore 19, 23
giovanni ghiselli
p. s
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