NUOVE DATE alla Biblioteca «Ginzburg»: Protagonisti della storia antica

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lunedì 11 aprile 2022

Il ritardare epico nel carteggio Goethe-Schiller

“Goethe e Schiller, che, verso la fine dell'aprile 1797 ebbero uno scambio di lettere... sul "ritardare" in genere nei poemi omerici, lo misero addirittura in contrasto con la tensione; essi veramente non usano questa espressione, ma è chiaro che cosa intendano quando indicano il procedimento del ritardare come propriamente epico in opposizione a quello tragico (lettere 19, 21, 22 aprile). Sembra anche a me che il ritardare mediante digressioni stia nei poemi omerici in opposizione con l'anelito ad un fine, e senza dubbio Schiller ha ragione per Omero quando pensa che questi ci dia "soltanto la presenza e l'azione tranquilla delle cose secondo la loro natura" e che il suo scopo sia "già in ogni punto del suo movimento". Ma entrambi, tanto Schiller quanto Goethe, innalzano il procedimento omerico a a legge della poesia epica in generale; e le parole ora citate di Schiller devono valere per i poeti epici in opposizione ai tragici"[1].
 
 Sentiamo le parole di Goethe scritte a Schiller nella lettera da Weimar del 19 aprile 1797: “Una delle principali caratteristiche della poesia epica è quella di andare sempre avanti e indietro, in modo che sono epici tutti i motivi ritardanti lo sviluppo dell’azione”
 
Schiller a Goethe Jena, 21 aprile 1797
“La caratteristica di un poema epico consiste nell’autonomia delle sue parti. Lo scopo del poeta epico è quello di far risaltare la verità nel suo senso intimo. Egli ci descrive soltanto la calma esistenza e l’agire delle cose secondo la loro natura (…) La vostra idea sul cammino ritardante del poema epico mi illumina completamente
 
Goethe a Schiller Weimar, 22 aprile 1797
L’ Odissea è ritardante in quasi tutte le sue più piccole parti” ( Goethe –Schiller Carteggio, trad. it. Einaudi, Torino, 1946)
Bologna 11 aprile 2022
 
giovanni ghiselli



[1]E. Auerbach, Mimesis , p. 5.

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