Il ritardare epico nel carteggio Goethe-Schiller
“Goethe e Schiller, che, verso la fine dell'aprile 1797
ebbero uno scambio di lettere... sul "ritardare" in genere nei poemi
omerici, lo misero addirittura in contrasto con la tensione; essi veramente non
usano questa espressione, ma è chiaro che cosa intendano quando indicano il
procedimento del ritardare come propriamente epico in opposizione a quello
tragico (lettere 19, 21, 22 aprile). Sembra anche a me che il ritardare
mediante digressioni stia nei poemi omerici in opposizione con l'anelito ad un
fine, e senza dubbio Schiller ha ragione per Omero quando pensa che questi ci
dia "soltanto la presenza e l'azione tranquilla delle cose secondo la loro
natura" e che il suo scopo sia "già in ogni punto del suo
movimento". Ma entrambi, tanto Schiller quanto Goethe, innalzano il
procedimento omerico a a legge della poesia epica in generale; e le parole ora
citate di Schiller devono valere per i poeti epici in opposizione ai
tragici".
Sentiamo le parole
di Goethe scritte a Schiller nella lettera da Weimar del 19 aprile 1797: “Una
delle principali caratteristiche della poesia epica è quella di andare sempre
avanti e indietro, in modo che sono epici tutti i motivi ritardanti lo sviluppo
dell’azione”
Schiller a Goethe Jena, 21
aprile 1797
“La caratteristica di un poema epico consiste nell’autonomia delle sue
parti. Lo scopo del poeta epico è quello di far risaltare la verità nel suo
senso intimo. Egli ci descrive soltanto la calma esistenza e l’agire delle cose
secondo la loro natura (…) La vostra idea sul cammino ritardante del poema
epico mi illumina completamente
Goethe a Schiller Weimar, 22 aprile 1797
“L’
Odissea è ritardante in quasi tutte
le sue più piccole parti” ( Goethe –Schiller Carteggio, trad. it. Einaudi, Torino, 1946)
Bologna 11 aprile 2022
giovanni ghiselli
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