“Quando uno colloca il peso della vita non nella vita, ma nell’ “al di là”-nel nulla-, ha tolto alla vita in generale il suo peso” (43)
“L’inizio della Bibbia racchiude l’intera psicologia del prete.-Il prete conosce soltanto un unico grande pericolo: questo è la scienza-la sana nozione di causa ed effetto”[1].
“Al cristianesimo la malattia è necessaria, pressappoco come alla grecità è necessaria un’esuberanza di salute-rendere malati è la vera intenzione recondita dell’intero sistema procedurale della Chiesa per salvare se stessa (…) una religione che ha insegnato a fraintendere il corpo, che non vuole sbarazzarsi delle superstizioni dell’anima, che fa dell’insufficiente nutrimento un “merito”, che nella salute combatte una specie di nemico, di diavolo, di tentazione, che vuole dare da intendere che si possa portare in giro una “anima perfette” in un cadavere di corpo” (51).
Non mancano del resto delle contraddizioni interne a quest’ opera
“Gli uomini più spirituali , essendo i più forti, trovano la propria felicità là dove altri troverebbero la propria rovina: nel labirinto, nella durezza verso se stessi e verso gli altri, nel tentativo; il loro diletto è l’autodominio: l’ascetismo in loro diventa natura, bisogno, istinto. Il compito difficile è per loro privilegio: il giocare con fardelli che schiacciano gli altri, un ristoro. Conoscenza una forma di ascetismo” (57).
Ho conosciuto alcuni religiosi cristiani di questo stampo: un collega di religione nel liceo Galvani, un prete e medico che aveva passato diversi anni in Africa a curare i bambini. Mi dmandò perché non mi facessi prete data la mia tendenza all’ascesi. Gli risposi che la mia ascesi era piuttosto pagana e che comunque lo ammiravo. Conobbi anche due suore di questo tipo : una ex religiosa che era stata amica di don Milani, un prete meraviglioso anche lui, poi una monaca collega. Con la prima ebbi una breve relazione durante la quale mi raccontava le manovre dei prelati potenti che l’avevano indotta a uscire dal convento e a fare un figlio che all’epoca era un bambino.
con la seconda feci amicizia durante un’esame di maturità in un liceo di Roma. Era l’unica persona non meschina e mediocre di quella commissione. Le dissi che non ero cristiano ma la stimavo molto. Rispose: mi stimi perché siano due persone spirituali e per questo non è necessario essere cristiano. Io devo frequentare il Vaticano qualche volta e tra gli alti prelati ho trovato più brama di potere e di denaro che spiritualità”
Spero che tu mi legga sorella e che ti torni in mente il lavoro proficuo fatto insieme. Mentre facevamo gli esami interrogando i ragazzi li educavamo. Dunque devo negare che tutti i cristiani siano privi di spiritualità.
Ma torniamo a L’Anticristo di Nietzsche
“Si legga Lucrezio, per capire che cosa ha combattuto Epicuro: non il paganesimo, ma il “cristianesimo”, intendo dire la corruzione delle anime per mezzo dei concetti di colpa, pena e immortalità. Egli combatteva i culti sotterranei, l’intero cristianesimo latente- negare l’immortalità allora era già una vera redenzione. Ed Epicureo avrebbe vinto, ogni spirito ragguardevole nell’impero romano era epicureo: in quella apparve Paolo. Paolo: l’odio dei Ciandala- quelli della casta indiana più bassa ndr.-contro Roma, incarnato, fatto genio: il giudeo, l’eterno giudeo par excellence Il cristianesimo come fomula per superare – e per assommare –i culti sotterranei d’ogni sorta, quelli di Osiide, della grande Madre, di mitra, per esempio: in questa intuizione sta il genio di Paolo” (58)
Ho citato delle espressioni di Paolo contro le donne ma non credo che la sua persona e le sue parole possano entare tutte nella categoria dell’odio. Ne cito alcune che sono invece parole d’amore
La caritas secondo Paolo è il valore più alto:"Si linguis hominum loquar et angelorum, caritatem autem non habeam, factus sum velut aes sonans aut cymbalum tinniens" [2], se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, però non avessi la carità, diverrei un rame risonante o un cembalo che squilla.
"Nunc autem manet fides, spes, caritas, tria haec; maior autem ex his est caritas"[3] ora dopo tutto restano fede, speranza e carità, questi tre pilastri, ma la più grande è la carità.
In La gaia scienza Nietzsche scrive che nell’opera di Epicuro si legge “la gioia meridiana dell’antichità…non era mai esistita prima di lui una tale compostezza della voluttà”[4].
“Il filosofo della sontuosità. Un giardino, fichi, piccoli formaggi e insieme tre o quattro buoni amici: fu questa la sontuosità di Epicuro”[5].
“la croce quale segno di riconoscimento per la più sotterranea congiura mai esistita-contro salute, bellezza, costituzione bennata, coraggio, spirito, bontà dell’anima, contro la vita medesima (L’Anticristo, 62)
Su un aspetto negativo del Cristianesimo o di una religio presunta tale, sentiamo Leopardi: “Giovinette di quindici o poco più anni che non hanno ancora incominciato a vivere, né sanno che sia la vita, si chiudono in un monastero, professano un metodo e una regola di esistenza, il cui unico scopo diretto e immediato si è d’impedire la vita…e la risoluzione che ne segue, e la vita che le tien dietro, sono assolutamente e dirittamente nello spirito del Cristianesimo, e inerenti alla sua perfezione. Lo scopo di essa e dell’essenza del Cristianesimo si è il fare che l’esistenza non s’impieghi, non serva ad altro che a premunirsi contro l’esistenza…Assolutamente nell’idea caratteristica del Cristianesimo, l’esistenza ripugna e contraddice per sua natura a se stessa” ( 2 Febbraio, dì della Purificazione di Maria Santissima, 1822)”[6] .
Pietro Citati con le parole seguenti si riferisce a Adelaide Antici
“ Se i figli si ammalavano, era contenta: se Giacomo cresceva deforme, con una gobba davanti e una dietro, e soffriva di mal d’occhi, era contenta:se nella sua prima gioventù, egli rinunciava completamente alla vita, era contenta…Nella madre, un mostruoso cristianesimo si alleava con una ragione ugualmente mostruosa”[7].
L’Anticristo si chiude con una LEGGE CONTRO IL CRISTIANESIMO divisa in sette parti
La prima proposizione afferma che il prete è un uomo contro natura e insegna la contronatura
La seconda che partecipare a un ufficio divino è un attentato alla pubblica moralità e che si deve essere più severi contro i protestanti che contro i cattolici
La terza ordina di distruggere il luogo esecrando dove il Cristianesimo ha covato le sue uova di basilisco siccome esso è un nido di serpenti.
La quarta dichiara che la predicazione della castità è un pubblico incitamento alla contronatura
La quinta ordina che chi mangia alla stessa tavola di un prete sia proscritto. Il prete è il nostro Ciandala. Va messo al bando
La Sesta afferma che la Storia sacra lo è nel senso latino di maledetta.
La settima chiude la legge con queste parole: “Il resto è conseguenza”
Bologna 4 gennaio 2022 ore 19, 37
giovanni ghiselli
p. s
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