lunedì 21 dicembre 2020

A proposito di cenoni e abbuffate varie

Ottaviano non si lascia travolgere da tali Alexandrian feasts. Partecipa con disgusto a una baldoria nella nave di Sesto Pompeo con Antonio e Lepido, ma ne esce prima degli altri dicendo: “I had better fast from all four days-than drink so much in one” (Shakespeare, Antonio e Cleopatra, II, 7) avrei preferito digiunare quattro giorni di seguito piuttosto che bere tanto in uno solo. “It’s a monstrous labour when i wash my brain and it grows fouler”, è una fatica mostruosa quando inzuppo il mio cervello ed esso si accresce di sporcizia. Era già il padrone di un terzo del mondo.

Le abbuffate piacciono ai perdenti che cercano di riempire un vuoto.

 

Svetonio racconta che Augusto, padrone di quasi tutto il mondo conosciuto,  dava un esempio di frugalità mangiando secundarium panem et pisciculos minutos et caseum bubulum manu pressum et ficos virides (  Augusti Vita, 76), pane ordinario, pesciolini, cacio vaccino premuto a mano, e fichi freschi.

 

giovanni ghiselli

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