Il mito di Prometeo è "uno dei miti antropologici (...) che
rendono ragione della condizione umana - condizione ambigua, piena di contrasti,
in cui gli elementi positivi sono inscindibili da quelli negativi e ogni luce
ha la sua ombra, giacché la felicità implica l'infelicità, l'abbondanza il duro
lavoro, la nascita la morte, l'uomo la donna, e l'intelligenza e il sapere si
uniscono, nei mortali, alla stupidità e all'imprevidenza. Questo tipo di
discorso mitico sembra obbedire a una logica che si potrebbe definire, in
contrasto con la logica dell'identità, come la logica dell'ambiguità,
dell'opposizione complementare, dell'oscillazione tra poli contrastanti" (J. P.
Vernant, Tra mito e politica, pp.
30-31).Heinrich Friedrich Füger, Prometeo ruba il fuoco
Secondo gli autori moderni per lo più Prometeo è un personaggio positivo: un ribelle alla tirannide di Zeus e un amico, un benefattore dell’umanità.
Fa eccezione Leopardi.
Tra i Greci e i Latini prevalgono i giudizi negativi sulle invenzioni di Prometeo.
Faccio solo un esempio della “cattiva stampa” antica su questo titano.
Lo prendo da Stazio che dovrò presentare nell’ultima lezione di questo corso alla Primo Levi. Nel prossimo corso sulla tragedia chiarirò ampiamente i diversi significati di Prometeo: il Titano di Eschilo e quello di altri autori, da Esiodo a Thomas Mann,
Nella Tebaide dunque Eteocle e Polinice stanno per ammazzarsi a vicenda nel duello del fratricidio reciproco.
Se ne duole Pietas e si lamenta di non contare più nulla tra le genti, di non essere più rispettata
nil iam ego per populos , numquam reverentia nostri (Tebaide, XI, 467),
Pietas maledice la furia omicida dei mortali e le spaventose tevcnai di Prometeo.
o furor, o homines diraeque Promethĕos artes (468)
Il Prometeo incatenato di Eschilo si vanta di avere scoperto tutte le tevcnai in favore dei mortali: pa'sai tevcnai brotoi'sin ejk Promhqevwς (v. 507). Questi benefici vengono smontati a uno a uno dagli scrittori antichi e pure da Leopardi, come vedremo
Pietas tenta di salvare Eteocle e Polinice e, travestita da soldato, cerca di suscitare pietà.
Ma interviene la furia Tisifone e la fa fuggire. Prevale dunque, ancora una volta, la spietatezza greveche non ha mai smesso di preponderare, pesare più della Pietas: da questo fratricidio, ai mattatoi di tutte le guerre, ai campi di sterminio, alla bomba atomica, ai droni di oggi.
giovanni ghiselli
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