Il buio piovoso e quasi continuo di questi giorni ci affligge e ci annoia[1] ma non è perenne.
L’uguaglianza come legge di natura nelle Fenicie di Euripide.
Il discorso di Giocasta a Polinice: le ore di buio e di luce sono uguali nel corso di un anno.
Ambizione Filotimiva, dice la madre al figlio, è la più iniqua delle dèe, è a[dikoς hJ qeovς. La dea ingiusta. Tu sei pazzo su; maivnh/ (535) per questa. E’ più bello figlio onorare Uguaglianza kavllion tevknon jIsovthta tima'n (536) che unisce invece di separare. Uguaglianza è legge naturale: la palpebra cupa della notte –nukto;ς t j ajfegge;ς blevfaron e la luce del sole hJlivou te fw'ς (543) percorrono parti uguali del giro dell’anno. Luce e buio sono al servizio dei mortali e tu non accetterai parti uguali della casa? Tu ritieni gran cosa e onori nella tirannide una ajdikivan eujdaivmona, un’ingiustizia fortunata (548).
Cfr. Seneca: “cum rerum natura delibera: illa dicet tibi et diem fecisse et noctem (Ep. 3, 6), prendi decisioni osservando la natura: quella ti dirà che ha fatto il giorno e la notte.
Essere ammirato è un onore? Periblevpesqai tivmion; No, è piuttosto cosa vuota kenovn (551)
Il più ha soltanto un nome: tiv d’ ejsti; to; plevon; o[nom j e[cei movnon ( 553) , poiché ai saggi basta il necessario (ejpei; tav g j ajrkounqj iJkana; toi'ς ge swvfrwsin 554), le ricchezze non sono proprietà privata dei mortali (ou[toi ta; crhvmat j i[dia kevkthntai brotoiv 555), noi siamo curatori di cose che gli dèi possiedono (ta; tw'n qew'n d j e[conteς ejpimelouvmeqa, 556) e quando essi vogliono, ce li ritolgono o{tan de; crhv/zw's j, au[t j ajfairou'ntai pavlin (557).
Bologna 7 dicembre 2020 ore 8 e 5 giovanni ghiselli
p. s.
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[1] “Il mondo in cui viviamo ci affatica, ci affligge e, quel che è peggio, ci annoja; però la poesia crea per noi oggetti e mondi diversi”. Ugo Foscolo - Sulla lingua italiana. Discorsi sei
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