domenica 6 dicembre 2020

L’antiumanesimo come odio per l’umanità

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Nuovi assassini e nuovi assassinati “mi veggio intorno come ch’io mi mova/e ch’io mi volga, e come che io guati”[1]

 

Sentite questo titolo del quotidiano “la Repubblica” di oggi 6 dicembre 2020: “I nuovi robot intelligenti in prima linea con i soldati” (pagina 18)

Si tratta dei droni dei quali il generale Patrick Donahoe ha detto: “Non manderemo più i nostri fanti in un tritacarne, perché l’avanguardia sarà composta da automi”. La carne tritata sarà quella degli altri, altri uomini, non meno uomini di quei fanti.

 Sono stati esecrati per decenni gli assassini che obbedivano a Hitler, mentre contro questi mostri meccanici nessuno alza la voce. Mi sento in dovere di farlo io .

Altra espressione piena di questo antiumanesimo nel medesimo pezzo: “E’ proprio come un videogioco”, ha commentato un sergente americano dopo il primo test alla guida remota di un tank”

Ancora poche parole dell’articolo in questione firmato da Gianluca Di Feo: “Uno scenario apocalittico: sciami di macchine miniaturizzate si disperdono in cerca di prede, come vespe, e poi si riferiscono per colpire”

Concludo con le citazioni  che devo ai miei lettori umani e colti.

“The horror! The horror!”,  ultima pagina del romanzo di Joseph Conrad  Heart of darkness (1899)  e conclusione  del film Apocalypse now  (1979) di Coppola.

 

Non possono mancare i “miei” cari, preziosi Greci e Latini la cui dimenticanza favorisce la disumanità.

Anche l’assassina Clitennestra, alla fine dell’Agamennone di Eschilo ha orrore del sangue: a Egisto che vorrebbe uccidere ancora, o essere ucciso, dice: “mhdamw'~, w\ fivltat j ajndrw'n,-a[lla dravswmen kakav.- ajlla; kai; tavd j ejxamh'sai-polla; duvsthnon qevro~:-phmonh'~ dj a{li~ g j: u{parce-mhdevn: hJ/matwvmeqa” (vv. 1653-1658), no, per niente, carissimo tra gli uomini, non facciamo altri mali. No, già   mietere  questi molti è  un raccolto di sventura. Basta sciagure. Non cominciare nulla: siamo coperti di sangue.

  

Contro i sacrifici umani si esprime umanamente, ancor prima che umanisticamente[2], la vecchia regina troiana nell'Ecuba di Euripide che accusa la disumanità dei demagoghi rappresentati da Odisseo:"Forse il dovere li spinse a immolare un essere umano/presso una tomba, dove sarebbe più giusto ammazzare un bue?(vv. 254-261).

Poco più avanti Ecuba supplica Odisseo di non ammazzare la figlia Polissena con un verso che è un'alta espressione di umanesimo in favore della vita:"mhde; ktavnhte: tw'n teqnhkovtwn a{li" " (v. 278), non ammazzatela: ce ne sono stati abbastanza di morti.

Ma per certe belve assetate di sangue l’umanità è formata prevalentemente da nemici che meritano di essere ammazzati.

E minore sarà il rischio nell’ammazzare, più ne ammazzeranno.

Quando ero bambino mi fecero credere che le bombe atomiche lanciate sui civili giapponesi, prevalentemente bambini, donne e vecchi, erano state necessarie per salvare tante vite umane.

Le vite dei vinti non sono mai vite umane.

Concludo ricordandovi Lucano

Nullus  semel ore receptus-pollutas patitur sanguis  fauces mansuescere ( Pharsalia, I, 331-332), non c’è sangue che una volta ricevuto in bocca consente alle fauci contaminate di farsi mansuete.  

Spero che questo nuovo presidente non sia peggiore del precedente.

 

Bologna 6 dicembre 2020, ore 17, 40

giovanni ghiselli

 

p. s

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[1] Dante, Inferno, VI, 5-6)

[2] Cfr. T. Mann, La montagna incantata, II, p. 239.

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