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Nuovi
assassini e nuovi assassinati “mi veggio intorno come ch’io mi mova/e ch’io mi
volga, e come che io guati”[1]
Sentite
questo titolo del quotidiano “la Repubblica” di oggi 6 dicembre 2020: “I nuovi
robot intelligenti in prima linea con i soldati” (pagina 18)
Si tratta
dei droni dei quali il generale Patrick Donahoe ha detto: “Non manderemo più i
nostri fanti in un tritacarne, perché l’avanguardia sarà composta da automi”.
La carne tritata sarà quella degli altri, altri uomini, non meno uomini di quei
fanti.
Sono
stati esecrati per decenni gli assassini che obbedivano a Hitler, mentre contro
questi mostri meccanici nessuno alza la voce. Mi sento in dovere di farlo io .
Altra
espressione piena di questo antiumanesimo nel medesimo pezzo: “E’ proprio come
un videogioco”, ha commentato un sergente americano dopo il primo test alla
guida remota di un tank”
Ancora poche
parole dell’articolo in questione firmato da Gianluca Di Feo: “Uno scenario
apocalittico: sciami di macchine miniaturizzate si disperdono in cerca di
prede, come vespe, e poi si riferiscono per colpire”
Concludo con
le citazioni che devo ai miei lettori umani e colti.
“The horror!
The horror!”, ultima pagina del romanzo di Joseph Conrad Heart
of darkness (1899) e conclusione del film Apocalypse
now (1979) di Coppola.
Non possono
mancare i “miei” cari, preziosi Greci e Latini la cui dimenticanza favorisce la
disumanità.
Anche l’assassina Clitennestra, alla fine dell’Agamennone di
Eschilo ha orrore del sangue: a Egisto che vorrebbe uccidere ancora, o essere
ucciso, dice: “mhdamw'~, w\ fivltat j ajndrw'n,-a[lla dravswmen
kakav.- ajlla; kai; tavd j ejxamh'sai-polla; duvsthnon qevro~:-phmonh'~ dj
a{li~ g j: u{parce-mhdevn: hJ/matwvmeqa” (vv.
1653-1658), no, per niente, carissimo tra gli uomini, non facciamo altri mali.
No, già mietere questi molti è un
raccolto di sventura. Basta sciagure. Non cominciare nulla: siamo coperti di
sangue.
Contro i
sacrifici umani si esprime umanamente, ancor prima che umanisticamente[2], la vecchia regina troiana nell'Ecuba di Euripide che
accusa la disumanità dei demagoghi rappresentati da Odisseo:"Forse il dovere li spinse a immolare un essere umano/presso una tomba, dove
sarebbe più giusto ammazzare un bue?(vv. 254-261).
Poco più avanti Ecuba supplica Odisseo di non ammazzare la figlia Polissena
con un verso che è un'alta espressione di umanesimo in favore della vita:"mhde; ktavnhte:
tw'n teqnhkovtwn a{li" " (v. 278), non
ammazzatela: ce ne sono stati abbastanza di morti.
Ma per certe belve assetate di sangue l’umanità è formata prevalentemente
da nemici che meritano di essere ammazzati.
E minore sarà il rischio nell’ammazzare, più ne ammazzeranno.
Quando ero bambino mi fecero credere che le bombe atomiche lanciate sui
civili giapponesi, prevalentemente bambini, donne e vecchi, erano state
necessarie per salvare tante vite umane.
Le vite dei vinti non sono mai vite umane.
Concludo ricordandovi Lucano
Nullus semel
ore receptus-pollutas patitur sanguis fauces mansuescere ( Pharsalia, I,
331-332), non c’è sangue che una volta ricevuto in bocca consente alle fauci
contaminate di farsi mansuete.
Spero che
questo nuovo presidente non sia peggiore del precedente.
Bologna 6
dicembre 2020, ore 17, 40
giovanni
ghiselli
p. s
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[1] Dante, Inferno, VI, 5-6)
[2] Cfr. T. Mann, La montagna
incantata, II, p. 239.
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