mercoledì 30 dicembre 2020

Contro le lingue confuse

Anticipo la prossima parte, la XVIII del mio corso sulla tragedia, con un brevissimo stralcio. E’ diretto contro quelli che parlano male con lingua confusa calpestando lo stile, ruminando luoghi comuni e offendendo sia la sintassi sia la grammatica con rozzi solecismi.

Con l’aggravante di una pronuncia incomprensibile.

 

Nelle Supplici di Euripide rappresentata nel 422 a. C. , Teseo  il re di Atene, paradigma mitico di Pericle, elogia quello tra gli dèi che ha reso ordinata la nostra vita da confusa e bestiale che era (ejk pefurmevnou[1] kai; qhriwvdou" ), innanzitutto mettendoci dentro l’intelligenza- ejnqei;" suvnesin-, poi dandoci la lingua messaggera delle parole (glw`ssan lovgon douv"), in modo da rendere comprensibile  la voce (vv. 201-205).

Bologna 30 dicembre 2020 ore 17, 39

giovanni ghiselli

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[1] Participio perfetto medio passivo di fuvrw, confondo. La confusione anche qui è emblema di male.

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